Molto bene la Toscana nel suo complesso, meno alcuni singoli settori: i dati dell’export del 2024 analizzati dal Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo mettono in luce un quadro non omogeneo.
I distretti industriali e i poli tecnologici toscani hanno esportato beni per 37,7 miliardi di euro, in crescita di 6,4 miliardi (+20,3%), con numeri nettamente migliori della media italiana (+3,3%). La volata verso le posizioni di alta classifica tra i distretti regionali l’hanno tirata però l’Oreficeria di Arezzo (+4,2 miliardi di euro; +119,3%) e il Polo farmaceutico toscano (+2,8 miliardi; +37,2%), che insieme coprono il 48% delle esportazioni complessive.
E visto che l’oreficeria rientra nel settore moda il dato di quest’ultima categoria è “falsato”. Nel complesso il sistema moda ha esportato 18,7 miliardi di euro (+15,8%) ma tessile, abbigliamento e pelle hanno risentito del rallentamento in atto.
E così vanno in archivio un -21% per la Pelletteria e calzature di Firenze e un -11,8% per l’Abbigliamento di Empoli, mentre grazie alla ripresa nell’ultimo trimestre il distretto del Tessile e abbigliamento di Prato ha contenuto il calo al -1,7%.
Il processo di riorganizzazione delle politiche distributive e delle piattaforme logistiche adottate dalle
multinazionali del lusso ha modificato la geografia dei mercati di destinazione: il calo più rilevante si è registrato nelle vendite verso la Svizzera (-83,5%) che in passato ha rivestito il ruolo di hub logistico, in crescita invece Stati Uniti (+20,3%) ed Emirati Arabi Uniti (+84,3%).