L’assemblea del board di Euratex ha portato in dote la presa di posizione del presidente Alberto Paccanelli, che ha chiesto per tutto il settore tessile una strategia di uscita dalla crisi evidenziata dall’andamento del tessile-abbigliamento europeo nel secondo trimestre 2020.
Numeri che parlando di un calo di quasi il 25% nel tessile e del 35% nell’abbigliamento, mentre di contro l’Europa è stata “invasa” di mascherine dalla Cina che hanno fatto impennare l’import (+2.700%). Paccanelli ha voluto spronare l’Unione Europea a prendere provvedimenti, anche nella persona del presidente von der Leyen: chiesta una strategia industriale comune a tutto il continente.
Euratex chiede una sorta di alleanza del tessile, con innovazione, digitalizzazione e sostenibilità come parole d’ordine e con alla base una politica basata sul “free and fair trade”. A preoccupare sono l’escalation della guerra commerciale con gli Usa, la mancanza di evoluzione nelle negoziazioni con il Regno Unito post Brexit e la riduzione dei fondi destinati alla ricerca.
Il numero uno di Euratex ha anche segnalato come le imprese tessili europee abbiano assunto atteggiamenti di grande responsabilità, riorganizzando la produzione, investendo in responsabilità sociale e ambientale e alimentando l’economia circolare.
“Gli imprenditori – ha aggiunto il direttore generale Dirk Vantyghem – sono ottimisti, come emerge dalla September Business Confidence, aumentata del 3,9% rispetto ad agosto. Tuttavia, hanno bisogno di un contesto chiaro in cui crescere, innovare e creare posti di lavoro”.