Nella Global Powers of Luxury Goods 2019 di Deloitte l’Italia continua ad avere un ruolo di primo piano ma anche qua l’Asia inizia a far paura.
Luxottica (5°), Prada (21°) e Giorgio Armani (26°) sono i tre principali player italiani in una classifica in cui figurano altri 21 brand del nostro Paese; Moncler è l’azienda meglio performante e Furla registra il tasso di crescita di vendite più alto (18.7%).
Le top 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 247 miliardi di dollari nel 2017, con una media di 2,47 miliardi di dollari per società. Per la prima volta entra in classifica, e direttamente nella top ten (sesto posto), Chanel, che si posiziona dietro i “soliti” LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton, Estée Lauder, Compagnie Financière Richemont, Kering e Luxottica. Nel complesso le aziende italiane della Top 100 realizzano il 14% dei ricavi totali globali, una diminuzione di due punti percentuali rispetto all’edizione precedente del report.
All’orizzonte appaiono però i primi venti gruppi della regione Asia-Pacific, prevalentemente del settore gioielleria. Oltre alla già citate le aziende italiane presenti in classifica sono Max Mara Fashion Group, Otb, Salvatore Ferragamo, Dolce & Gabbana, Valentino, Ermenegildo Zegna, Holditalia, Safilo Group, Tod’s, Gianni Versace, Brunello Cucinelli, Marcolin Group, De Rigo, Euroitalia, Liu.Jo, Aeffe, Gefin, Twinset – Simona Barbieri, Fashion Box, Giuseppe Zanotti.