È Roberto Grassi il nuovo presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese: l’assemblea generale dell’associazione l’ha eletto per il prossimo quadriennio 2019-2022.
Roberto Grassi, nato a Busto Arsizio nel 1964, è presidente e amministratore delegato della Alfredo Grassi Spa, fondata nel 1925, con sede a Lonate Pozzolo. L’azienda è leader in Europa nel settore dell’abbigliamento tecnico e professionale. È stato vice presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese dal 2015 al 2019 e precedentemente componente del Consiglio del Gruppo merceologico “Tessile e Abbigliamento” dal 2014 al 2015.
Sarà affiancato da quattro vicepresidente, due dei quali neoeletti dall’assemblea di soci Univa: Luigi Galdabini e Claudia Mona.
Per Luigi Galdabini, classe 1958, si tratta di una conferma: amministratore delegato della Cesare Galdabini Spa di Cardano al Campo, società ultracentenaria leader nella produzione di macchine utensili e di prova sui materiali, Galdabini è vice presidente uscente; ha inoltre ricoperto la carica di presidente di Ucimu, una delle più importanti associazioni di categoria del Sistema Confindustria. Galdabini è anche componente del consiglio generale dell’Unione Industriali ed è stato presidente del consiglio del Gruppo merceologico Meccaniche, dal 2011 al 2014. Ha da sempre rivestito importanti incarichi nella rappresentanza imprenditoriale a livello europeo.
A completare la squadra di Presidenza sono poi il presidente del comitato per la Piccola Industria, Giancarlo Saporiti, in rappresentanza delle imprese con meno di 100 dipendenti e la presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, Eleonora Giorgia Munari.
Roberto Grassi riceve il testimone da Riccardo Comerio, che in occasione dell’assemblea ha tenuto la sua ultima relazione in qualità di Presidente. “Oggi più che mai l’impresa rischia di essere lasciata sola, isolata – ha sottolineato il Presidente uscente – se quattro anni fa il suo ruolo era ‘solo’ un valore da riaffermare, ora è ‘anche’ un valore da difendere”.
A cambiare profondamente è stato lo scenario interno e globale; alle prospettive, seppur deboli, di crescita, si sono sostituiti i timori per la recessione e per il protezionismo, i quali hanno alimentato un clima di incertezza e confusione, che di fatto hanno portato a una progressiva stagnazione. Le sfide aperte sono tante e possono essere affrontate e vinte solo se è tutto il territorio a muoversi in consonanza e in armonia, facendo ciascuno la propria parte.
“Avremmo bisogno di semplificazioni amministrative – ha proseguito Comerio – avremmo bisogno di visioni a lungo termine. Penso alla Tav e alle infrastrutture che hanno bisogno di manutenzione straordinaria. E poi abbiamo bisogno di una politica industriale degna di questo nome, che sostenga la competitività e quindi la produttività delle imprese, che incentivi l’innovazione e apra nuove strade agli investimenti. É necessario che l’industria non venga più guardata con indifferenza e talvolta anche con sospetto”.