I produttori italiani di tessuti hanno da sempre una spiccata vocazione alle esportazioni, quindi hanno sempre avuto occhi ben aperti sul mondo intero: oggi l’aggiornamento costante sulla situazione geopolitica mondiale è ancor più importante date le ripercussioni sempre più a largo raggio di quello che accade in ogni parte del mondo. Tra chi si guarda intorno con maggior attenzione sicuramente Botto Giuseppe &Figli che se a Biella produce, in Australia e Nuova Zelanda acquista e nel mondo intero vende. “Il 2024 è andato bene – commenta il CEO Silvio Botto Poala – mentre per il 2025 ci sono previsioni di ribasso: la svalutazione del dollaro comporterà una perdita del 5-7%, i dazi comporteranno una contrazione degli acquisti da parte del Usa, la Cina non si sta riprendendo con i ritmi che auspicavamo. Per fortuna il know how delle imprese italiane fa la differenza e i nostri tessuti sono richiesti in tutto il mondo, ormai anche i brand stranieri producono in Italia”.
La qualità, aspetto fondamentale della tracciabilità, rimane il focus principale della Botto Giuseppe, accanto all’attenzione all’ambiente: nell’ultima edizione del Report di sostenibilità si legge che l’84% delle materie prime acquistate sono certificate, con il 30% di articoli tracciabili e riconducibili alla singola fattoria; il consumo dell’acqua per le lavorazioni è diminuito del 20% rispetto al 2021; l’83% degli additivi chimici seguono lo standard ZDCH, il 108% del consumo di energia utilizzato proviene da fonti rinnovabili. Tutto questo si traduce in tessuti preziosi, con consistenze a volte più corpose, a volte più aeree, come per il cappotto double in lana 15,5 micron, lavorato a pelo o in feltro compatto. In mischie tra lane pregiate e fibre raffinate come la seta, prodotta nello stabilimento Cascami Seta di Tarcento di proprietà della famiglia, oppure il cotone, il lino, il bamboo, fino al cashmere più fine al mondo di provenienza Alashan in Cina.
Un’altra azienda che fa del mondo il proprio mercato è Thermore che approfitta di Milano Unica anche per presentare Laura Beachy, che fa base di solito negli Stati Uniti e che dopo sei mesi dall’investitura alla carica di Vice President of Global Marketing and Communications, sta pensando a una nuova strategia per il supporto al cliente. Guardando invece al prodotto, la novità di questa edizione è stata Ecodown Fibers Sync, la nuova imbottitura di ultima generazione realizzata al 100% con fibre riciclate. La caratteristiche principale è la grande versatilità di utilizzo e questo ha già suscitato interesse durante le giornate di fiera, con clienti italiani e stranieri che hanno dimostrato di apprezzare in particolare la continua innovazione fatta dal reparto Ricerca e Sviluppo dell’azienda, che resta il focus insieme alla sostenibilità.
Guardando ai mercati, in crescita il Regno Unito, buone le performance in Italia e Usa.