Prima il filato, poi il tessuto: il percorso di inizio 2024 di Botto Giuseppe si snoda tra Pitti Filati a Firenze e Milano Unica, col fil rouge della sostenibilità a legare i prodotti.
“Abbiamo lo scopo di produrre filati totalmente sostenibili e la nostra ricerca è costante” dice l’AD Silvio Botto Poala, che a metà anno presenterà il quarto bilancio di sostenibilità dell’azienda, che si preannuncia ricco di dati interessanti, come l’83% dell’energia elettrica utilizzata per le lavorazioni proveniente da fonti rinnovabili autoprodotte, il 68% delle materie prime acquistate con certificazioni e il tasso di riciclo della risorsa idrica al 20%.

E Botto Giuseppe ha anche aderito a Slowfiber per una visione comune sulla moda sostenibile e sull’economia incentrata sulla circolarità, sul riciclo e sull’ottimizzazione dei costi energetici.
In tutto questo contesto è nata la collezione PE 25 dei filati con i temi#reassurance, #slow e #AI, sviluppate seguendo le indicazioni dei mercati e delle passerelle, con concessioni agli effetti 3D e un’attenzione al lusso discreto.
Tra le novità ci sono fantasie in pura seta, pur mantenendo la tradizione della lana ed i misti col cotone.
A Milano Unica invece i clienti sono stati accolti da tre abiti (nella foto grande) che hanno rappresentato i temi proposti, che sono poi le istanze urgenti che interessano il cambiamento climatico in atto: “Scioglimento dei ghiacciai”, “Desertificazione” “Acidificazione degli oceani”.
“Condividiamo lo stesso pianeta e siamo sensibili ai cambiamenti in atto, il progetto presentato a Milano Unica intende stimolare una riflessione con i nostri strumenti, ovvero qualità dei tessuti e design” spiega ancora Botto Poala.
Gli outfit realizzati con tessuti in lana RWS e certificati sono della stilista Bav Tailor. La novità della stagione è il tessuto SlowoolEarth, che risponde ai rigorosi standard di conformità richiesti dalla certificazione CradletoCradle.