Visti in fiera – La moda sostenibile di Servizi e Seta

In un momento in cui il mondo del tessile-abbigliamento è alle prese con una crisi lunga e ancora palpabile la ricerca e l’offerta di servizi fa ancora la differenza. Questo almeno a giudicare dal 2024 di Servizi e Seta, l’azienda guidata da Alberto Enoch, presidente del Consorzio Promozione Filati.

Come sempre la prima cartina di tornasole dell’anno per la filatura italiana è Pitti Filati, evento che, come accade ormai da qualche anno, vede Enoch impegnato nella doppia veste di imprenditore e presidente del CPF. Quindi sul tavolo dello stand non c’è solo la collezione PE 2026 ma anche una serie di questioni che riguardano la filiera.

Intanto il sistema fiere, intorno al quale ruotano presentazioni, incontri e affari: “Faccio tutte le fiere di prodotto finito da venti anni – dice subito Enoch – perché mi danno modo di capire il mercato e le tendenze. Poi io ci metto del mio per arrivare alla collezione, che ormai si fa in 365 giorni”.

Detto dell’ipotesi ancora embrionale di un cambio di date rimane l’importanza della partecipazione al salone fiorentino, che qualcuno sta mettendo in dubbio: “A livello aziendale tutte le fiere hanno la propria importanza – aggiunge Enoch – e come imprenditore ritengo uno sbaglio non essere presenti perché le fiere fanno aggregazione, consentono di scambiare idee e di confrontarsi con i colleghi”.

Il futuro prossimo di Servizi e Seta riserva progetti ad Oriente: “A marzo – conclude l’imprenditore piemontese – apriremo un ufficio commerciale in Cina che però potrebbe essere legato anche alla produzione, visto che stiamo valutando un’acquisizione”.

Sul fronte Consorzio Promozione Filati l’inizio dell’anno è il momento di bilanci e previsioni, anche sul capitolo Feel the Yarn: “Il progetto funziona e raccoglie consenti ad ogni tappa dei workshop ma stiamo comunque facendo valutazioni su possibili cambiamenti proprio sulla Cina, per spostarsi da Shenzhen a Shanghai, e su tutta la costa Ovest degli USA, iniziando da Los Angeles, che abbiamo un po’ tralasciato”.

Infine la collezione presentata a Pitti Filati, un esempio di moda a basso impatto ambientale, grazie all’utilizzo di filati 100% eco-compatibili e al rispetto di principi di sostenibilità non solo nei prodotti, ma anche nei processi e nell’impatto sociale. Particolare attenzione è stata dedicata alla trasformazione dei filati in seta e misti seta, con componenti garantiti e certificati secondo i più alti standard di qualità sostenibile.

La gamma tradizionale si è rinnovata: la seta Mulberry 100% si è evoluta in Bioberry, filato certificato GOTS, mentre le sete Tussah assumono la nuova identità di Adapana, anche questa certificata GOTS.
• La seta Bourette, certificata GRS, impiega noils di seta riciclata.

Anche i classici in seta e cotone seguono lo stesso trend: Cottonsilk (seta GRS e cotone GOTS), Setico (cotone GOTS), Kansas (seta e cotone organici 100% GOTS), Nebraska (cotone OCS) e Arizona (seta e cotone organici). Il brand è anche certificato FCS per i filati misti con viscosa. Per i lini invece ogni filato è certificato European Flax.

La PE 26 accoglie anche una nuova nicchia di filati concettuali, White Label: lini, cotoni voile, canapa e lana, tutti molto “setosi”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini