Trasparenza nel vero senso della parola per RadiciGroup, che a Milano Unica ha fatto squadra con Sitip e Tessitura Vignetta.
Radici ha presentato un abito in nylon, di colore blu notte negli spazi dell’Innovation Forum promosso dalla Sezione TexClubTec di Sistema Moda Italia. L’abito è frutto di un progetto concreto di tracciabilità guidato da RadiciGroup: nel filato è stato inserito un “tracciante” che resta individuabile tramite apposito scanner e consente di mappare tutto il percorso di creazione del capo, sia fisicamente che digitalmente, dall’origine della fibra fino al suo fine vita.
Attraverso un QR code stampato sull’etichetta, è possibile vedere le “tappe” che hanno definito il percorso dell’outfit, tra cui la produzione del tessuto realizzata da un’altra azienda bergamasca, Sitip.
Altre tipologie di tessuto realizzate con il nylon tracciato prodotto da RadiciGroup sono state invece mostrate allo stand di Tessitura Vignetta.
Alla base del progetto di tracciabilità c’è la volontà di contrastare la contraffazione e valorizzare i prodotti “Made in Europe”, in linea con i principi del Digital Product Passport promossi dall’Unione Europea.
Soddisfatta della collaborazione la vicepresidente e direttrice commerciale di Sitip, Silvana Pezzoli, seconda generazione alla guida dell’azienda di famiglia, da sempre attenta alla sostenibilità, per garantire la quale ha appena presentato per il terzo anno il bilancio di sostenibilità.
“Il polimero tracciante inserito nel tessuto realizzato col filato Radici – commenta Silvana Pezzoli – oltre ad essere fondamentale per combattere la contraffazione, è importante anche per lo storytelling del capo, soprattutto quando si tratta di capi pregiati, rivolti ad un mercato di alta fascia, che è quello per altro che la nostra azienda sta incrementando. Il nostro core business resta il settore industriale, in particolare l’ambito biomedicale, ma soprattutto dopo il periodo pandemico abbiamo deciso di trasferire le nostre competenze anche nel settore moda, prima lo sport altamente tecnico, ora anche l’abbigliamento urban”.