La moda femminile italiana ha registrato nel 2015 una crescita del 2,5% circa, arrivando a sfiorare i 12,8 miliardi di euro. Lo ha detto SMI in occasione della Milano Fashion Week e anche se questo dato non rende entusiasti, dato che la crescita è lievemente inferiore alle stime rilasciate a febbraio, conferma comunque che il comparto donna riveste un ruolo di primo piano nella filiera Tessile-Moda nazionale, anche alla luce del meno brillante, soprattutto all’estero, andamento della moda maschile, che è cresciuta solo dell’1,4%.
I singoli comparti della moda donna si sono mossi tutti in area positiva, ad eccezione della pelle, che ha archiviato il 2015 in flessione. Per il secondo anno consecutivo la camiceria, invece, ha registrato una crescita del fatturato a due cifre.
Nel 2015 le vendite sui mercati internazionali, grazie ad un aumento su base annua del +5,0%, sono salite a oltre 7,7 miliardi di euro, arrivando a pesare per il 60,4% sul turnover settoriale. Parallelamente, l’import è cresciuto del +7,3%, portandosi a 4,3 miliardi di euro. A fronte di tale andamento degli scambi con l’estero in entrata ed in uscita dall’Italia, l’avanzo commerciale del settore ha superato i 3,4 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il primo semestre 2016, i dati ISTAT hanno evidenziato un aumento pari al +2,8%, molto più contenuto rispetto al +7% circa dello stesso periodo del 2015. Al contempo, l’import frena al -0,1%, assestandosi sui 2,3 miliardi di euro. La UE si rivela ancora una volta l’area più dinamica e mette a segno un incremento del +4,9%, assorbendo così il 52,5% dell’export totale dall’Italia; le aree extra-UE, invece, non vanno oltre un +0,6%. Contestualmente, l’import fa registrare una dinamica del +9,0% dal mercato comunitario, a fronte, invece, di una flessione del -6,9% sperimentata dall’extra-UE.
Tra i mercati UE, Francia e Germania, rispettivamente primo e secondo mercato di sbocco della moda femminile made in Italy, segnano rispettivamente una crescita del +6,0% e del +8,0%; bene anche Regno Unito (+6,6%) e Spagna (+6,3%).
Per quanto riguarda i mercati extra-europei, gli USA, terza destinazione e prima non-UE della moda donna italiana, fanno registrare un lieve calo pari al -1,4%; Hong Kong e Cina risultano caratterizzate da dinamiche ancora positive, rispettivamente pari al +3,3% e al +2,9%. La Russia, che nei primi sei mesi dello scorso anno aveva ceduto oltre il -30%, recupera terreno, contenendo il calo al -4,6%.
Torna il sereno per il sell-out in Italia di moda donna, dunque, dopo il calo senza precedenti archiviato nel 2013 (-7,1%).
A livello di canale distributivo, crescono del 4,6% le catene; ottime performance per il canale digitale, in aumento del +28,8%, che raggiunge un’incidenza del 4,6% sul totale mercato. Frenano al -0,5% i Grandi Magazzini, mentre il dettaglio indipendente continua a calare (-12,5%), arrivando a coprire il 23,8% del mercato nazionale. Anche gli outlet hanno sperimentato una decisa contrazione delle vendite.