Tavolo della Moda

Insediato il Comitato per la Moda. Con Scalfarotto

Si è riunito stamani al Ministero dello Sviluppo Economico, per la prima volta e con Carlo Calenda, il Comitato della Moda e dell’Accessorio italiano: un primo passo, anche di conoscenza reciproca, tra i vari soggetti che dovranno occuparsi, da stasera, di tutta la filiera della moda, dai tessuti agli accessori.

E’ stato però il ministro Federica Guidi a insediare ufficialmente il Comitato alla presenza anche del Sottosegretario per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto che quindi è di fatto il riferimento istituzionale da ora in poi. Aprendo i lavori della riunione il ministro Guidi ha annunciato per le prossime settimane un piano d’azione finalizzato a porre l’Italia al centro di questa rivoluzione.

“Siamo fermamente convinti – ha detto Guidi – che il futuro passa dall’innovazione, ma l’innovazione si fonda su queste due parole tante dense di significato: manifattura e Italia. Chi dice moda dice Made in Italy e viceversa. Nella moda infatti si concentrano alcuni elementi chiave che caratterizzano le nostre produzioni: la solida base manifatturiera, la creatività, il gusto e la ricerca scientifica di alto livello”.
I dati confermano per il settore una chiusura d’anno positiva, nonostante le criticità dello scenario globale: l’industria italiana del Tessile-Moda ha archiviato il 2015 con un fatturato in aumento di oltre l’1% su base annua, grazie anche alla crescita dell’export che potrebbe sfiorare il 2%.

Presente anche Cna Federmoda, la prima a rilasciare un commento col presidente Luca Rinfreschi, che ha portato a Roma le idee della sua associazione: “Il Sistema Moda Italiano fonda la sua competitività in buona parte sulla capacità intrinseca del settore del saper fare. Questa capacità trova le sue radici nel permanere in Italia di una filiera integra. Il virtuosismo creativo della moda italiana trova fondamenta e si completa con il virtuosismo produttivo basato su qualità dei processi, dei materiali, dei dettagli, espressione della filiera ancora presente nel Paese. Cresce e viene apprezzato nel mondo il valore del saper far bene. È quindi necessario al fine di salvaguardare questa filiera, promuoverla. Questo presentando, attraverso azioni di comunicazione e promozione internazionale, come il Sistema Moda Italiano sia un sistema produttivo integrato. La spina dorsale del Sistema Moda Italiano è costituito da artigianato, piccole e medie imprese. Sempre più, oggi, vengono esaltati i valori dell’artigianato e del saper fare, è indispensabile valorizzare e non disperdere questo patrimonio culturale, economico e sociale”.

“Il buon lavoro, un lavoro sostenibile e di qualità deve divenire il requisito distintivo della produzione Made in Italy nel mondo. Il prodotto Made in Italy, oggi identificato di altissima qualità e raffinatezza stilistica, domani deve essere riconosciuto ed acquistato perché il prodotto di un lavoro “umano”, sostenibile e giusto. Questo significa ridisegnare i rapporti di filiera tra grandi aziende e brand e piccole aziende artigianali di subfornitura. Significa redistribuire la ricchezza nella filiera e nei territori di produzione. Significa “ristrutturare” forma, dimensioni e relazioni dei distretti produttivi, significa saper affrontare la sfida del ritorno delle produzioni dall’estero e ancora parlare di standard di qualità, di costo del lavoro, di saper fare, rimettendo il lavoro e i lavoratori (dipendenti e autonomi) al centro della filiera del valore” ha dichiarato poi Rinfreschi a margine della riunione.

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