Il bilancio finale arriverà a Pitti Uomo ma i segnali che ha mandato il Tessile-Moda italiano nei primi nove mesi del 2016 sono già chiari, anzi, chiaroscuri. Secondo l’Indagine Congiunturale condotta da Sistema Moda Italia presso un centinaio di aziende associate e operanti in tutti gli stadi della filiera, il Tessile-Moda italiano mostra infatti una situazione altalenante.
Nell’indagine è stata riscontrata un’alta dispersione tra le performance delle singole aziende a campione, sia in termini di vendite sia in termini delle altre variabili; una dispersione non solo tra imprese che operano nei diversi comparti della filiera, ma anche tra quelle attive nei medesimi segmenti di mercato,
sintomo di tensioni concorrenziali e di una domanda debole. Nel complesso comunque la bilancia pende verso il segno meno.
In termini di fatturato il trend nel primo trimestre è rimasto positivo, con una crescita del +2,2% rispetto al medesimo periodo del 2015, grazie soprattutto alle vendite oltreconfine. Nel secondo trimestre invece è arrivato il calo del 2%, media tra il “monte” (-1,5%) e il “valle” della filiera (-2,3%). E il terzo trimestre ha seguito il precedente, con stime che parlano di un -2,4% (-3,6% del “monte” e -1,7% del “valle”. Il comparto Abbigliamento-Moda su fronte estero ha avuto dinamiche positive sia nel primo (+7,3%) sia nel terzo trimestre (+1,3%), il Tessile, invece, dopo aver archiviato il gennaio-marzo con una variazione pari al +3,7%, cede il -3,3% nel secondo trimestre; le stime per il terzo quarter prospettano, infine, un calo pari al -6,0%.
Sul mercato interno invece il “monte” della filiera presenta una crescita sia nel primo sia nel secondo trimestre (rispettivamente pari a +2,2% e +1,2%), mentre inverte il trend nel terzo (-1,5%). Stabile invece da gennaio a marzo (+0,2%), il fatturato nazionale dell’Abbigliamento-Moda cede il -3,3% da aprile a giugno mentre si stima una decrescita del -2,6% nei mesi luglio-settembre.
I dati relativi alla raccolta ordini in portafoglio mostrano un mercato poco brillante e molto incerto:
gli ordini del tessile chiudono col -1,2%, mentre quelli dell’Abbigliamento-Moda col -0,6%. Rispetto al 2015 si dimezza la quota di chi crede in un miglioramento del mercato (11,8%) e cresce quella di quanti temono un ulteriore peggioramento (11,7%).
Da gennaio a luglio le vendite estere superano i 17,5 miliardi di euro (+0,5%): tessile al +1% e Abbigliamento-Moda al +0,2%. Nei primi sette mesi del 2016 l’export di TessileModa frena al +0,5, mentre da gennaio a luglio 2016 l’import dall’estero si stabilizza sui livelli dello scorso anno
(+0,2%), per un valore di 12,1 miliardi. Il saldo commerciale dell’industria Tessile-Moda italiana, nei primi sette mesi dell’anno, si porta a 5,4 miliardi di euro, mostrando un incremento di 53 milioni rispetto al gennaio-luglio 2015.
Per quanto riguarda l’ambito tessile cala l’export di filati (-2,5%), cresce appena quello dei tessuti (+0,8%), mentre le vendite estere della biancheria casa e del tessilie tecnico risultano più toniche, crescendo rispettivamente del +5,3% e del +2,3%. A ‘valle’ bene la maglieria, il cui export vede un aumento del +3,4%, mentre per l’abbigliamento segna una flessione pari al -1,4%.
Per l’import gli incrementi interessano filati (+2%), tessile casa (+10,4%), tessile tecnico (+5,8%) oltre che calze (+4,3%). L’import di tessuti non va oltre un -0,4%; flettono inoltre sia la confezione (-1,7%) sia la maglieria (-0,6%). Sotto il profilo geografico, nel gennaio-luglio 2016 le aree UE e quelle extra-UE mostrano andamenti contrapposti. Le vendite comunitarie presentano una crescita del +2,2%, mentre quelle extra-UE sono interessate da una variazione negativa pari al -1,6%. In Europa Germania e Francia, primo e secondo sbocco del Tessile-Moda made in Italy, crescono del 2,7% e del 2,2%, mentre l’export verso il Regno Unito aumenta del 3% e quello verso la Spagna del 4,4%.
Fuori dall’UE invece brusca frenata degli USA, terza destinazione e primo mercato non UE: dopo la crescita double-digit dello scorso anno, mostrano un decremento del 6,2%. Giù anche Hong Kong (-2,1%) e Cina (-1,4%), mentre la Russia sta lentamente recuperando terreno (-1,4%). Fa eccezione il Giappone, che presenta un incremento del +4,6%.
La Cina si conferma maggior fornitore (20,5% sul totale Tessile-Moda importato, comunque a -9.8%), la Francia, secondo partner, sale del 3,8% e la Turchia, terzo fornitore, dell’1,5%. Poi Germania (+2,9%), Spagna (+9,1%) e Romania (+6,5%).






