Come ampiamente previsto dai dati parziali il secondo trimestre per il distretto lariano si è dimostrato peggiore dei sei mesi precedenti, per un complessivo -4,2%.
“I dati – dice il presidente di Unindustria Como, Fabio Porro – sono coerenti con quanto già abbiamo rilevato nelle analisi rapide mensili: una situazione molto variegata che non ha confermato il primo semestre dello stesso anno, andando quindi ad interrompere un ciclo positivo che si sperava potesse proseguire nel tempo. È probabile che abbiano influito le numerose incertezze di carattere governativo. Il pensiero non può che andare alle infrastrutture: quelle digitali previste da un piano industria 4.0 troppo frettolosamente messo in discussione, ma anche quelle fisiche come le grandi opere di cui il nostro Paese e, in particolare, le regioni del nord hanno assoluta necessità. Certamente anche il rallentamento di economie importanti come quella tedesca sta influendo in modo determinante rispetto alla congiuntura non favorevole. Ma le previsioni sono ancora positive per il primo semestre del 2019: gli imprenditori restano inguaribili ottimisti. E guai se così non fosse”.
Le dinamiche registrate sul fronte tendenziale sono diversificate e indicano una lieve diminuzione per ordini e attività produttiva (in media -0,6% per entrambi) e una performance migliore per il fatturato (+2,4%). Il +3,5% è invece il dato di chi esprime fiducia verso un recupero del terreno perso a fine dello scorso anno.
Le imprese tessili sono però quelle che hanno meno saturazione rispetto alla capacità produttiva (64,8%). 42,5% la quota di export per le aziende comasche, con i paesi dell’Europa occidentale che continuano a rappresentare la principale area di destinazione delle merci. Lo scenario occupazionale del secondo semestre 2018 risulta stabile per due terzi del campione (67,4%); in caso di variazione risultano incidere maggiormente i giudizi di aumento dei livelli (23,7%) rispetto a quelli di riduzione (8,9%).






