Aquafil: ricavi in calo, ma bene i prodotti 'eco'

Un primo semestre 2019 non del tutto soddisfacente per il gruppo Aquafil, uno dei principali produttori di nylon 6 in Italia e nel mondo: chiude infatti i primi sei mesi dell’anno con ricavi in calo a 286,7 milioni (-1,6%). L’utile del semestre si attesta ad euro 10,7 milioni, di cui 3 milioni del secondo trimestre, con una riduzione del 45,7% e del 69,7% rispetto ai medesimi periodi dell’anno precedente. Questi dati vanno però analizzati tenendo conto dell’acquisizione della società O’Mara Incorporated, avvenuta il 31 maggio 2019: senza considerare questa operazione, la riduzione dei ricavi nel semestre e nel secondo trimestre sarebbe stata del 2,6% e dell’8% rispetto ai medesimi periodi dell’anno precedente.

L’acquisizione della società americana “segna l’inizio del processo di globalizzazione delle fibre per abbigliamento – ha commentato Giulio Bonazzi, presidente e amministratore delegato – Siamo convinti che la presenza nel mercato americano con una nostra unità produttiva faciliterà lo sviluppo di prodotti sia a marchio Econyl che Dryarn”.

Notizie positive vengono però dai prodotti a marchio Econyl, quelli ottenuti dagli scarti industriali del nylon o di altri prodotti come le reti da pesca: questi infatti sono aumentati del 4,5% e del 1,1% nel secondo trimestre 2019.
“La crescita dei ricavi generati dalla vendita di prodotti a marchio Econyl anche in questo semestre testimonia il continuo interesse del mercato per un’economia circolare – ha commentato ancora Bonazzi – Tra le griffe che hanno avviato collaborazioni con Aquafil per l’utilizzo di questi prodotti, si annoverano Prada, Burberry e Napapijri. Addirittura Prada ha annunciato la volontà di usare solo nylon a marchio Econyl entro il 2021”.

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