Il Business Design Centre di Londra ha riaperto le sue porte alla London Textile Fair per l’edizione di fine estate che segna il ritorno alla (quasi) normalità.
Rispetto all’ultima edizione seguita direttamente da La Spola, ovvero quella pre lockdown e immediatamente post Brexit (gennaio 2020), qualcosa appare cambiato: la presenza italiana è meno preponderante, quella turca in crescita e ben visibile, grazie all’ennesimo aiuto statale ricevuto dalle aziende per essere presenti sui mercati esteri.
Ma quella italiana non è una bandiera ammainata, anzi: il numero ridotto di aziende è dovuto anche e soprattutto al fatto che molti hanno scelto Texpremium a fine giugno per una prima presentazione dei prodotti al mercato britannico. La fiera riservata ai prodotti di fascia alta e lusso ha visto infatti l’Italia come protagonista principale.
The London Textile Fair, partita ieri a ritmi un po’ blandi (la scelta di iniziare di lunedì è stata obbligata dalla carenza di spazi nel Business Design Centre) per poi crescere in affluenza col passare delle ore, vede comunque 38 aziende italiane, alcune delle quali al debutto, presidiare il mercato londinese (vero baricentro di tutta l’area britannica).
Domani il resoconto finale, con le voci degli espositori italiani ed il pensiero di John Kelley, ideatore della fiera e punto di riferimento londinese per molte aziende italiane.






