The London Textile fair

Boom di ordini dall'Inghilterra, la filiera è pronta?

Un mercato vivo, paradossalmente fin troppo, e una richiesta di tessuti di qualità che non ha accusato contraccolpi dalla Brexit.

Questo quanto emerso dalla due giorni della London Textile Fair in una Londra dall’attenzione catalizzata dall’insediamento del nuovo Primo Ministro Liz Truss, che si è presentata agli inglesi dalla soglia di Downing Street mentre a Islington era in pieno svolgimento la fiera.

La recessione è alle porte anche in Inghilterra e per i prossimi mesi è atteso un calo drastico dei consumi, ma nonostante questo i produttori di abbigliamento stanno facendo incetta di tessuti. “Si venderà solo cibo e abbigliamento – dice John Kelley, l’organizzatore di TLTF – perché in effetti la situazione dei costi per le utenze è terribile anche da noi, con le bollette sei-sette volte più costose di un anno fa”.

In fiera l’affluenza è stata discreta, anche in considerazione del fatto che si è svolta nei primi due giorni della settimana che segnava la fine delle ferie in Inghilterra (“una scelta obbligata dalla disponibilità di spazi al Business Design Centre”, spiega Kelley) e la trentina di aziende italiane hanno potuto incontrare i clienti in base ad appuntamenti già fissati.

Al debutto a Londra Iluna, che con i pizzi di qualità è arrivata in Inghilterra per una prima valutazione: “Vogliamo capire il tipo di fiera – spiega un Furio Annovazzi che spazia a 360 gradi sui temi della filiera, dai costi per l’energia agli aiuti attesi dalla politica – perché ne facciamo moltissime ed in tuti i continenti e questa ancora non l’abbiamo provata. Quello inglese è un mercato che punta molto sull’athleisure e sul green quindi abbiamo molto da proporre. E’ più facile trovare tanti brand piccoli piuttosto che pochi grandi, ma va bene anche così; ormai tutti hanno target di spesa prefissati”.

Spicca in fiera la presenza turca: “Sono favoriti dal cambio della lira e dagli aiuti statali – conclude Annovazzi – ma il problema tocca chi ha clienti che guardano prima al prezzo che alla qualità. Per chi ha un prodotto di qualità alta il rischio è minore”.

Un habitué della fiera è Roberto Rosati di Fortex, che guarda a numeri e format e che già da qualche mese è in giro per l’Europa per anticipare le richieste dei mercati: “Qui il mercato non si è mai fermato – dice – ed i grandi retailer hanno completamento finito le scorte così stanno facendo ordini molto importanti, anche se nel futuro è previsto un calo di vendite. Ma hanno i magazzini vuoti. D’altronde solo negli USA ci sono state 2.700.000 cerimonie nel post pandemia, con grande gioia di cinesi, turchi e biellesi. E’ una situazione esplosiva per la quale è difficile fare previsioni certe”.

Uno sguardo anche al sistema fieristico: “A luglio abbiamo rinunciato a Première Vision e dopo 25 anni è stato un trauma per me – ammette Rosati con un sorriso amaro – ma senza asiatici e americani e con una data troppo anticipata aveva poco senso sostenere le spese per Parigi. Milano Unica, pur con problemi simili, è più gestibile nell’immediato perché là puoi andare anche in auto, mentre Parigi la devi programmare sei mesi prima. In ogni caso mi sembra ci sia una tendenza a preferire fiere locali piuttosto che i grandi eventi generalisti”.

Un investimento sulla fiera di Londra per entrare meglio sul mercato britannico. Questa la scelta di Leathertex, raccontata da Eleonora Varocchi: “Vogliamo dare più valore a queste fiere locali – spiega – anche perché Première Vision a luglio per noi non è stata positiva. Il Covid ha influito sul ruolo delle fiere e rimane la tendenza a spostarsi il meno possibile. Anche il digitale ha cambiato il modo di fare affari, anche se il tessuto resta un prodotto da toccare a guardare direttamente e quindi le fiere hanno ancora un senso ma è certo che qualcosa cambierà”.

Anche John Kelley monitora attentamente mercato e calendari: “Ci siamo spostati a settembre nello spazio lasciato da Première Vision – dice – ma valutiamo qualche assestamento di date per il futuro. Ci sono oggettivamente tante fiere e forse anche a gennaio ci sposteremo qualche giorno più in avanti. In ogni caso qui alla London Textile Fair abbiamo avute visite anche da Scandinavia e Stati Uniti”.

Intanto arriva la conferma per la data di Texpremium, in programma il 13 e 14 dicembre al Business Design Centre.

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