La 33′ edizione dell’Osservatorio del Distretto Tessile di Como ha proposto l’approfondimento del tema della circolarità, una priorità che la Commissione Europea ha indicato nella “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari” del marzo 2022.
Entro il 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato europeo dovranno essere durevoli e riciclabili, in larga misura costituiti da fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell’ambiente.
Nell’appuntamento semestrale l’Osservatorio ha cercato di focalizzare lo scenario e di offrire alle pmi del distretto un quadro del percorso verso il quale si dovranno incamminare, per stare al passo del cambiamento.
Laura Campanini, responsabile Local Public Finance della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha evidenziato i cambiamenti in ottica di maggiore sostenibilità e circolarità che stanno interessando la filiera del tessile-abbigliamento: obbligo di raccolta differenziata dei tessili, schemi di responsabilità estesa del produttore, riuso e riutilizzo dei rifiuti tessili e dei tessili usati.
Sono attesi un aumento dei rifiuti da trattare e gestire e l’ampliamento dell’incidenza dei rifiuti di peggiore qualità e privi di valore, ma ci sono ancora ampi spazi di miglioramento, attivabili attraverso un miglior funzionamento del mercato delle materie prime seconde. Le potenzialità sono desumibili dall’analisi dei quantitativi di rifiuti tessili prodotti dalla filiera della moda che risultano pari a 510mila tonnellate a livello europeo. In Italia per ogni addetto dell’industria della moda si producono 508 kg di rifiuti tessili.
Mauro Chezzi, vice direttore di Sistema Moda Italia, ha evidenziato che la filiera tessile/moda è di fronte ad un cambiamento epocale, i cui tempi saranno dettati da provvedimenti normativi relativi alla sostenibilità/circolarità del settore: ne sono in arrivo 16, a partire dalla responsabilità estesa del produttore (EPR), ecodesign, digital product passport, green claim ecc.
Smi ha costituito a marzo 2022 il Consorzio Retex.Green per guidare le grandi e piccole realtà del comparto tessile, moda e accessori, nello scenario previsto dall’Agenda 2030 per il tessile circolare e sostenibile, anticipando l’applicazione della normativa sulla responsabilità estesa del produttore.
Enrica Baldini, responsabile dei Servizi Tecnologici del Centro Tessile Serico Sostenibile, che ha ospitato l’Osservatorio, ha riassunto i progetti attuati e futuri del Centro a supporto delle aziende del distretto, a partire dalla rendicontazione non finanziaria implementata per le aziende certificate For Textile fino a temi di sostenibilità ambientale; in particolare, il progetto finanziato Europeo “CASCADE”, progetto che ha come obiettivo la valutazione ed il trattamento di due degli inquinanti oggetto di interesse della Commissione Europea nel settore: i PFAS e le microplastiche.
Stefania Trenti, responsabile Industry Research della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha illustrato lo scenario in cui si muoveranno le imprese del tessile-abbigliamento italiano: molto incerto e caratterizzato da un deterioramento delle condizioni di domanda sia in Italia che nei principali paesi di sbocco delle esportazioni italiane di tessile-abbigliamento, a eccezione della Cina.
Le esportazioni italiane di tessile-abbigliamento hanno registrato una buona crescita nella prima parte del 2023 (+6,1% tendenziale tra gennaio e maggio) ma iniziano a intravvedersi segnali di frenata, in particolare nel tessile. Un sostegno importante per la filiera proverrà dalla riattivazione dei flussi turistici, in particolare per l’offerta italiana oramai saldamente leader della fascia alta del mercato.
“Il 2022 è stato un anno globalmente positivo per il distretto tessile comasco – ha concluso il presidente, Federico Colombo – con una ulteriore crescita del fatturato e delle esportazioni agli inizi del 2023, per poi entrare in una “bolla”, ossia in una fase di rallentamento che ci porta a guardare alle sfide future con impegno, investendo nel domani, la formazione”.