A-I 26/27 MU

L’autunno-inverno 26/27 di Milano Unica è una Perfomance

In tempi recenti è stata Virginia Raffaele, imitando Marina Abramovic nella sua gag a LOL 2, a far diventare di uso comune la parola “performance”, raggiungendo un target molto ampio.

Oggi però “Performance” è la parola-chiave delle tendenze di Milano Unica per l’autunno-inverno 2026/2027, “Performing MU” appunto. Con la presentazione di oggi pomeriggio inizia il cammino verso l’edizione del prossimo luglio e sulla strada ci sono “anatomia, forza, un’armonia perfetta di volumi e superfici”.

L’ispirazione per le collezioni viene dallo studio dell’interazione che si stabilisce tra il corpo, lo spazio e l’arte e “Performance” riferita al corpo rimanda alle prestazioni fisiche e alle sue potenzialità, mentre in ambito creativo allude alle espressioni artistiche. In rapporto ai tessuti invece ne descrive le loro capacità tecniche, trasformative e di massima resa.

Performing MU vuole definire nuovi materiali, elaborare nuovi oggetti, pensare spunti inediti per creare prodotti contemporanei o per il futuro. “La moda storicamente è sempre stata in dialogo con le esigenze di un corpo in movimento e con le arti performative, perché la creazione dei tessuti è strettamente connessa sul piano pratico alla fisicità dinamica della silhouette e, sul piano estetico, alle influenze dell’arte. Facciamo un cambio di paradigma facendo diventare il corpo, lo spazio, il movimento e le arti performative parte integrante della ricerca dei tessuti e degli accessori, anzi l’essenza stessa del design” spiega Stefano Fadda, direttore artistico di Milano Unica.

Tre i temi nei quali la ricerca è stata declinata: Performing Space, Performing Bodies e Performing Arts.

Nel primo per Spazio si intende il Cosmo e quindi c’è molta tecnologia, i materiali sono quelli futuristici, ispirati alla fantascienza, compreso il Mylar (usato nelle tute spaziali della NASA). I colori sono freddi:  blu intenso, blu petrolio, nero e argento opaco.

In Performing Bodies il corpo inteso come una materia plastica: quindi spazio all’arte contemporanea, con silhouette alterate, sproporzionate o ibride. I materiali sono ergonomici, il corpo diventa una scultura vivente. Spazio per imbottiti, strutture modulari, proporzioni distorte, con palette di colori satura, arricchita da effetti e sfumature.

Performing Arts trasforma tessuti e accessori e quindi l’abbigliamento in un linguaggio artistico dinamico, espressivo e multisensoriale. I materiali sono performanti: tessuti interattivi, con cambi di  colore, reazione al movimento e alla temperatura. I colori sono vivi e ultra-pigmentati: giallo audace, bianco alabastro, violaceo scuro.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini