Federico Albini
La logistica tra dazi e barriere

Girando per le fiere capita di rado di soffermarsi sul “dietro le quinte” di un salone: stand, organizzazione, consegne di materiale e catering, per citare solo alcune delle componenti senza le quali l’evento non funzionerebbe.

Tra chi è quindi spesso presente alle fiere tessile per motivi non direttamente connessi ad un telaio o ad una rocca di filato c’è Federico Albini, terza generazione in casa Albini e Pitigliani, per la quale è responsabile del mercato terrestre insieme al fratello Edoardo, un impegno che lo ha proiettato anche in Confindustria Toscana Nord come presidente della categoria Trasporti e Logistica.

Molte delle cose che si trovano in una salone passano prima dai “suoi” camion, Italia o estero che sia, vedi Inghilterra.

Il mondo è in subbuglio, tante cose stanno cambiando. Avete avuto già ripercussioni dirette?
Al momento la situazione per noi è stabile, forse con un calo registrato a Prato e dovuto alla crisi del lusso, con meno richieste di tessuto dall’estero.

E’ presto per dirlo, ma temete i dazi?
Per ora le minacce hanno impattato poco, non abbiamo segnali così negativi. Molto diverso invece il discorso della Russia, dove guerra e embarghi continuano da anni a condizionare le spedizioni. Ma, a seconda del Paese, per ora altrove registriamo stabilità più che problemi.

Stesso discorso per la Brexit?
Ormai è assimilata. Più che avere un effetto sui numeri lo ha avuto sulle procedure doganali, che sono diventate meno snelle.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini