Accessori, quale mercato in Inghilterra?

Dopo i tessuti sono gli accessori ad occupare la sezione più grande della The London Textile Fair: una sala interamente occupata da zip, bottoni, toppe, cravatte e decorazioni varie. Un piccolo microcosmo che riflette la vitalità della moda londinese, sempre alla ricerca di novità e spunti di creatività.

gorone300-2Nomi importanti quelli citati da Andrea Gorone (foto a sinistra), presente anche a questa edizione col figlio Riccardo allo stand Seab: “Qui a Londra abbiamo un designer che è già nostro partner – dice l’imprenditore toscano – ma continuiamo a venire per acquisire ulteriore mercato. Ci sono già stati sviluppi interessanti; Paul Smith ha voluto vedere di persona la collezione, Vivienne Westwood e Ted Baker hanno preso contatti, quindi in futuro potrebbero arrivare soddisfazioni”.

Raccoglitori in pelle e prodotti in bella vista per Bottonificio Lenzi 1955, a lenzi300 Londra con Luca Lenzi (a destra nella foto a lato) e Michele Zambelli (a sinistra): “Chi fa questa fiera – dicono – viene per i brand importanti che ci sono a Londra. Per noi è un’occasione per vedere i clienti anche perchè la tempistica a gennaio è forse troppo anticipata e non tutti hanno le idee chiare. Qui abbiamo il 60-70% della collezione, quella completa sarà pronta per Milano Unica”. Davanti allo stand il via vai è ‘variegato’: “Il dislivello qui è maggiore che a Milano o Parigi – concludono – perchè si va dal grande nome alla merceria passando per artigiani e startup. E’ comunque un mercato in fermento e per ora gli effetti della Brexit non si sentono nè nel bene nè nel male”.

“La fiera è iniziata bene – dice Laurent Carminati, export area manager di Gritti Group con accanto l’agente di Biella UK Alessia Gotti (nella foto in basso) – perchè sono passati i clienti che aspettavamo ed anche qualcuno nuovo, dai top tipo Burberry ai piccoli sarti. D’altronde abbiamo tre linee di prodotto, dal lusso alla fascia più bassa. Facciamo molte fiere, come Milano, Parigi e Shanghai e ci stiamo spostando molto sul mercato del  Far East, grazie anche alla Gritti Vietnam che produce in quell’area”. E la Brexit? “Per ora c’è stato solo un impatto psicologico – dice Alessia Gotti, a Londra da dieci anni – ma dal punto di vista commerciale non è cambiato nulla”.

gritti300

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