Albini: in calo il fatturato

Il gruppo tessile Albini ha chiuso il 2016 con un piccolo calo di fatturato, a 147,6 milioni di euro, in linea con i 148,5 del 2015, dopo una crescita costante dal 2009.

Un risultato arrivato nonostante strategica la riorganizzazione della divisione filati (I Cotoni di Albini S.p.A.), realizzata nel corso del 2016 coerentemente con la politica dell’azienda di curare la qualità e la componente innovativa delle materie prime.
Proprio la divisione filati è stata nel 2016 protagonista di un forte cambiamento, che ha fatto registrare un aumento del proprio fatturato del 13%.
Il Gruppo Albini, fondato nel 1876, oggi maggior produttore europeo di tessuti per camicia, guidato dalla quinta generazione della famiglia, composta da Silvio, Fabio, Andrea e Stefano Albini, è comunque soddisfatto della performance.

“In un anno complesso, caratterizzato da turbolenze economiche, valutarie e geo-politiche, il mondo della moda e specialmente delle grandi griffe ha sofferto un periodo di transizione aggravato dal rallentamento del mercato cinese – sostiene il Presidente del gruppo, Silvio Albini – Il mondo della moda, in particolar modo maschile, ha risentito inoltre di un trend poco propenso alla camicia in favore della maglieria. I risultati del Gruppo Albini si possono quindi considerare positivi, e consentono di guardare al futuro con moderata serenità, anche in virtù delle scelte strategiche intraprese da anni con una visione di lungo periodo. Fra queste, estremamente apprezzata dai clienti e dal mercato è il controllo diretto dell’intera filiera produttiva, dalla materia prima al tessuto finito, che costituisce un’unicità nel settore tessile per camiceria”.

Da anni il Gruppo Albini esporta direttamente intorno al 70% del fatturato in più di 80 Paesi nel mondo, grazie ad una strategia di internazionalizzazione con un approccio globale, ma con investimenti e attenzioni locali che anticipano e rispondono alle esigenze di ogni singolo mercato.

Il mercato che ha dato più soddisfazione è stato quello statunitense – continua Albini – dove stanno prendendo sempre più piede nuovi business model basati sull’online e su forme di distribuzione innovative. Buona è stata anche la tenuta del segmento dei camiciai specializzati e anche della camicia su misura. Tra i nostri brand, è da segnalare la performance in costante crescita di Thomas Mason e l’interesse sempre maggiore verso la collezione Albini, donna”.

A confermare l’ottimismo del Gruppo i continui investimenti sulla manifattura; dopo il ciclo di investimenti del quadriennio 2012/2015 che ha comportato un impegno di 30 milioni di euro, nel 2016 c’è stato un investimento di 5,4 milioni di euro destinato agli impianti produttivi di Albino e Brebbia.

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