Non si nasconde dietro a un dito Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord, quando dice chiaramente che Prato “è quello che soffre di più tra i nostri territori, pagando il rallentamento a livello mondiale del settore Tessile/Moda. Il nostro obiettivo deve essere di non perdere niente: né posizioni, né know how e per raggiungerlo chiediamo al Governo ogni strumento utile. Al tempo stesso però mi sento di raccomandare di non cedere ad allarmismi: abbiamo un settore ricco di eccellenze, imprese assolutamente in trend, certo spesso si tratta di nicchie, ma sono importanti”.
Realismo, quindi, ma anche fiducia e impegno nelle parole che Matteini rivolge agli industriali di Prato, Lucca e Pistoia nell’assemblea di ieri. Fiducia nell’industria toscana e nei settori che la caratterizzano, ma anche impegno nel pretendere la giusta chiarezza e il dovuto supporto al Governo nazionale e all’Unione Europea. Proprio relativamente alle ultime bozze di regolamento europeo circolate sui temi di maggiore interesse per il tessile Matteini ammette che “si tratta di bozze complicate, non a caso stiamo portando avanti un’attività di lobby per ottenere un testo chiaro e gestibile“.
Matteini sostiene la necessità di una politica economica efficace, sia a livello nazionale che europeo, i punti da affrontare sono molti e non semplici: la competitività dell’Ue ‘per riaccendere la produttività’ come auspicato dal rapporto di Mario Draghi più volte citato, ridurre il gap tecnologico con Stati Uniti e Cina, tenere assieme decarbonizzazione, energia a prezzi abbordabili e competitività.
Particolarmente condiviso dall’assemblea il passaggio in cui Matteini ha invitato l’Ue a non cedere alla sindrome dei primi della classe, sacrificando le imprese al raggiungimento di obiettivi eccessivi per tempi e modalità, “Il confine fra l’ambizione e il velleitarismo è qualche volta molto sottile” conclude Matteini.
Sono intervenuti all’assemblea di Prato anche il presidente di Confindustria nazionale, Emanuele Orsini, e il direttore del Centro Studi di Confindustria Alessandro Fontana, assente per un imprevisto incontro sulla questione mediorientale il vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro degli affari esteri, Antonio Tajani.
Il presidente Orsini ha ripreso il tema della sindrome dei primi della classe, auspicando scelte ragionevoli, che non azzoppino i settori industriali trainanti del paese: costi dell’energia, gestione dei rifiuti, cuneo fiscale, sono sempre più una penalità che le industrie italiane sostengono nella competizione globale e che annullano l’appeal del nostro paese per gli investimenti dall’estero. Fa pensare il dato riferito da Alessandro Fontana: le norme in maniera economica prodotte negli Usa tra il 2019 e il 2024 sono state 3500, mentre in Ue 13.000, con una gran numero di duplicazione e contrasti. Non è un paese facile per le imprese. Ma non cessa l’impegno dell’associazione: oggi Orsini sarà a Bruxelles per presentare delle richieste agli europarlamentari italiani, prossima settimana pressing su quelli spagnoli.