C’è un clima di diffusa cautela ad accompagnare l’ingresso nel 2023 del distretto tessile biellese e di tutta l’economia del Piemonte. Un quadro che emerge dall’indagine congiunturale regionale, svolta per capire le previsioni degli imprenditori per il primo trimestre del nuovo anno.
Intanto però scende dal 77,7% al 56,1% il numero di aziende che prevede aumenti nei prezzi delle commodity, cala dal 91,9% al 66,6% chi si aspetta aumenti energetici, scende dall’82,8% al 61,2% chi teme per aumenti dei costi di logistica e trasporti.
Per la produzione il 19,8% delle aziende prevede un aumento, contro il 15,8% che si attende una diminuzione. Il 17,8% prevede un aumento dell’occupazione, il 7,9% una riduzione, mentre per gli ordinativi il saldo è +1,4%, in vista di un export negativo (-2,1%).
A livello territoriale, Torino, Asti, Canavese e Novara hanno previsioni ottimistiche; restano negative Verbania, Vercelli e Biella (-14,3%, -9,6% e -5,8%), questo probabilmente per la frenata nel manifatturiero già registrata a settembre.
Nello specifico di Biella il saldo fra pessimisti e ottimisti è del 7,2% per l’occupazione, del -5,8% per la produzione totale (era – 4,1% lo scorso trimestre), del – 13% per gli ordini (era -8,8%) e del -17,4% per la redditività (era -34,7%).