Un nuovo futuro per Canepa, che sembra sul punto di lasciarsi alle spalle una grande crisi grazie alla determinazione di Michele Canepa, tornato alla guida dell’azienda di famiglia fondata nel 1966, ma la cui storia tessile risale al ‘700.
Il gruppo tessile Canepa ha infatti ottenuto il via libera da oltre il 50% dei creditori, che entro i prossimi giorni raggiungerà la soglia dell’80%, con il voto di fiducia al piano di rilancio che passa attraverso un concordato in continuità. “I creditori hanno fatto loro la nostra fiducia nella possibilità di rilanciare il gruppo” spiega Michele Canepa, ai vertici del gruppo da poco più di sei mesi dopo averlo rilevato dal fondo di private equity DeA Capital Alternative Funds Sgr entrato in quota di maggioranza nel 2018.
Il futuro del gruppo Canepa di San Fermo della Battaglia (Co), tra i leader mondiali nella tessitura serica di fascia alta a cui affianca la produzione di tessuti pregiati di altre fibre naturali come il cashmere, la lana, il cotone, il lino e la canapa, era appeso a un filo: Michele Canepa ha lavorato sodo per raddrizzare le sorti di una realtà che molti davano per spacciata. “Monitoro costantemente l’andamento dell’azienda e in termini di redditività aziendale i dati sono migliori rispetto agli obiettivi contenuti nel piano industriale del concordato – commenta Canepa – Chiuderemo il 2019 con un fatturato intorno ai 39.5 milioni di euro e allo stesso tempo si registrano perdite nettamente inferiori al previsto”.
Il risanamento dell’azienda, con una filiera di lavorazione interamente made in Italy, ha comportato alcuni sacrifici come il taglio del personale, che è stato contenuto il più possibile e in alcuni casi ottenuto rimodulando il contratto con dei part-time. “E’ stata necessaria una riduzione di 50 unità, ma senza questa operazione – spiega Canepa – si rischiava di lasciare senza lavoro molte famiglie e di mandare a casa oltre 500 dipendenti”.
Il piano di riordino prevede la riorganizzazione del sito produttivo, già in corso nell’area tessitura di San Fermo della Battaglia, che sarà completato entro il 2019 per continuare a essere la punta d’avanguardia tessile. Canepa da sempre guarda alla sostenibilità della produzione e fin dagli anni Ottanta ha impiegato telai elettronici di ultima generazione. “Fare innovazione è nel nostro Dna e siamo stati i primi al mondo ad aderire al protocollo Detox di Greenpeace – conclude Canepa – La sostenibilità è sempre stata per noi prioritaria. È nostro il brevetto SavetheWater® Kitotex® per eliminare l’impiego delle microplastiche nella lavorazione dei filati sostituendo il PVA con il chitosano, sostanza organica derivata dal guscio dei crostacei, scarti dell’industria alimentare, che consente di ridurre notevolmente l’utilizzo di acqua e le emissioni di CO2, con grande risparmio di energia”. Un brevetto che ha reso possibile una rivoluzione nel mondo dei jeans, utilizzato nella tessitura del cotone denim da un importante produttore italiano.
All’inizio del 2018 il marchio Canepa ha inoltre ottenuto la certificazione Serico, assenza di sostanze chimiche pericolose e conformità alla lista MRSL Manufacturing Restricted Substances List, e la certificazione GOTS (Global Organic Textile Standard) per il cotone, il più importante standard per la produzione sostenibile d’indumenti e prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica.
Oggi il dipartimento CanepaEvolution continua a lavorare su nuovi brevetti, in particolare sul riciclo e sull’economia circolare, con un progetto complesso per riciclare le fibre desuete, i tessuti inutilizzati e gli abiti dismessi.