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Cavicchi plaude a Report: "I consumatori siano consapevoli"

“Vi scrivo in relazione al servizio “Pulp Fashion” trasmesso lunedì 3 dicembre”: inizia così la lettera inviata agli autori di Report da Andrea Cavicchi, presidente della Sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord.

“Vi esprimo il nostro apprezzamento – scrive Cavicchi – per essere riusciti a documentare con grande efficacia ciò che sta accadendo, ormai da anni, alla produzione tessile. Uno scempio che riguarda la qualità e la salubrità dei prodotti, le condizioni dei lavoratori, gli effetti sull’ambiente. E’ particolarmente lodevole la menzione dell’importazione dell’inquinamento, di cui si parla ancora troppo poco: è giusto che si sappia che i capi d’abbigliamento provenienti dalla Cina nella maggioranza dei casi sono stati trattati con sostanze pericolose per l’ambiente che contaminano i nostri fiumi e mari attraverso il semplice atto domestico del lavaggio in lavatrice. E’ bene che i consumatori siano consapevoli del rischio di farsi complici involontari di chi non si fa scrupoli di danneggiare l’ambiente”.

Su Rai Tre è stato mostrato anche lo studio del professor Giuseppe Bartolini di Buzzilab: “Ci è ben noto- continua il presidente – perché come Confindustria Toscana Nord abbiamo collaborato agli studi del laboratorio, fra cui questo in cui potrete ritrovare il concetto di importazione dell’inquinamento, le asimmetrie normative fra Europa e Cina, la concorrenza sleale praticata da quest’ultima. Ad integrazione del lavoro che avete fatto, ci piacerebbe raccontare che il mondo della moda non è limitato a brand prestigiosi da un lato e imprese extracomunitarie irresponsabili dall’altro: esiste, ed è vivo e vitale, anche un tessile moderno, attento ai temi della sostenibilità e dell’innovazione, ben consapevole della responsabilità sociale di impresa, vincolato a normative europee e nazionali stringenti. È il nostro tessile, quello dei distretti italiani e delle loro filiere produttive; il tessile di Prato da cui vi scrivo, che si trova a convivere a sua volta con imprese cinesi, soprattutto del comparto della confezione, insediate nel nostro territorio e troppo spesso tendenti a riprodurre anche da noi una concezione di impresa inaccettabile”.

i consumatori hanno il diritto di sapere la storia di ciò che comprano

Poi Cavicchi spiega ai curatori di Report dove trovare il tessile garantito e d’eccellenza: “A Parigi, oltre a Texworld, che avete visitato, si tiene la principale fiera del tessile a livello internazionale, Première Vision. Importanti fiere internazionali si tengono anche in Italia: Milano Unica e Pitti Filati. Visitandole si possono vedere molte imprese italiane (fra queste, tante pratesi) e i loro prodotti di alto livello. La parola chiave è, o meglio dovrebbe essere, “tracciabilità”: i consumatori hanno il diritto di sapere la storia di ciò che comprano e le imprese corrette quello di vedersi identificare e valorizzare. Ma, ad oggi, nonostante la rilevanza del tema, non ci sono leggi che lo impongano. Vi invitiamo a venirci a trovare. Dopo lo sforzo che avete compiuto, con successo, per documentare il volto peggiore del tessile, venite a vedere quello migliore. Non vi proponiamo quadretti idilliaci ma la fatica quotidiana e gli investimenti che facciamo per resistere nel contesto che avete descritto così bene. Vi aspettiamo, davvero”.

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