Dopo CNA è la volta di Confindustria Toscana Nord: Cobat tessile raccoglie un’altra adesione eccellente e si candida a diventare il consorzio traino dell’economia circolare.
“Abbiamo deciso di aderire a Cobat tessile – spiega Maurizio Sarti che del neo costituito consorzio è il presidente, oltre ad essere stato appena rieletto alla presidenza della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – ritenendo che nel quadro normativo che si va delineando sia necessario presidiare anche questa fase del ciclo del riutilizzo dei materiali. Il ruolo delle piattaforme di questo genere è particolarmente importante e delicato anche alla luce della norma europea sull’EPR-Responsabilità estesa del produttore. Inoltre il PNRR italiano parla di recupero del 100% degli scarti tessili. Da qui la decisione di avvalerci delle competenze forti di un soggetto come Cobat per intraprendere un percorso il cui tracciato è in gran parte ancora da definire.”
Per Prato questo ‘new deal’ del tessile è più un’opportunità che una minaccia
“Le strategie UE – aggiunge Francesco Marini, componente il Consiglio di presidenza di Confindustria Toscana Nord – danno un severo giro di vite a un modello di produzione e di consumo che è apparso per qualche tempo normale e consolidato, ma che viene ormai percepito come inattuale non solo a livello politico ma anche da una parte crescente dell’opinione pubblica. Il tessile è chiamato a essere responsabile verso l’ambiente non solo dal punto di vista della sicurezza chimica come avviene da anni con le norme Reach, ma per tutti aspetti che hanno relazione con la sostenibilità, a partire da quell’ecodesign che è cruciale per avere prodotti con caratteristiche tali da essere riutilizzabili e riciclabili al meglio. Per Prato questo ‘new deal’ del tessile è più un’opportunità che una minaccia: il distretto è attrezzato come nessun’altra realtà produttiva nazionale o internazionale per raccogliere la sfida della sostenibilità. Non mi riferisco solo alla storica competenza sul riciclo delle fibre, che oggi peraltro va ormai oltre la lana e le fibre naturali, ma a un modo di produrre che nel tempo si è qualificato sempre di più da tutti i punti di vista, incluso quello dell’ecosostenibilità. Per noi i limiti posti dalla UE possono tradursi in un fattore competitivo importante. Ma niente avviene e avverrà in automatico: il distretto deve stare attento a rimanere bene inserito in questi processi. Da qui il nostro convinto sì all’hub del riciclo tessile e la recentissima adesione di Confindustria Toscana Nord a Cobat tessile”.