Nonostante le incertezze degli ultimi mesi il quadro congiunturale di Como alla fine di marzo è all’insegna di una sostanziale stabilità. Gli ordini a livello domestico sono sui livelli di febbraio per il 45,3% del campione, in crescita dal 40% mentre in diminuzione per il restante 14,7%.
L’export è indicato come stabile dal 57,7% delle imprese, risulta in espansione per il 26,8% mentre in calo per il rimanente 15,5%.
Il fatturato registra dinamiche in miglioramento sia in Italia che all’estero: aumenta per una realtà su due (50,7%) ed è stabile per il 34,7% nel primo caso; si mantiene sui medesimi livelli di febbraio per il 49,3% del campione, cresce per il 37,7% nel secondo.
Più complicata la questione materie prime: il 98,7% della aziende intervistate dall’Osservatorio di Confindustria Como e Lecco-Sondrio ha indicato di aver registrato ulteriori aumenti rispetto ai già elevati listini di acquisto di febbraio. In più allungamento dei tempi di consegna nell’88,2% dei casi, e quantitativi di merci inferiori ai fabbisogni una volta su due (50%), oltre a un peggioramento della qualità delle merci per il 21,1%.
Queste dinamiche più il balzo dei costi dell’energia elettrica e del gas hanno determinato effetti negativi sulle aziende di Como: per tre realtà su quattro (75%) è stata indicata una contrazione dei margini di profitto, per il 6,6% si è reso necessario effettuare una riorganizzazione del lavoro mentre per il 2,6% è avvenuta una riduzione o addirittura un’interruzione dell’attività aziendale.
Anche le previsioni sono orientate alla stabilità, almeno per la maggioranza delle aziende (52,7%), ma per il 20,3% si prospetta una diminuzione del lavoro. Stabile infine anche il livello occupazionale.
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