Con Re Union lo IED di Torino mixa reale e virtuale

Gli studenti di Fashion Design di IED Torino hanno trovato nei tempi forzatamente bloccati del lockdown l’opportunità per sperimentare ed elaborare un linguaggio che va oltre i canoni tradizionali.

Si sono infatti interrogati sul futuro della moda, sui principi di sostenibilità etica e ambientale nella creazione dei capi, su nuovi linguaggi e codici innovativi per realizzare e presentare le collezioni. Protagonisti di  questo percorso gli studenti del corso triennale in Fashion Design con il progetto di tesi Re Union. Durante l’anno accademico condizionato dal virus ventiquattro giovani designer hanno sviluppato e finalizzato altrettante collezioni uomo/donna per la stagione autunno inverno puntando sul digitale.

La progettazione, iniziata prima della pandemia, ha visto nelle fasi preliminari di ricerca e sviluppo dei concept gli studenti impegnati ad approfondire aspetti legati a materiali e produzione, con focus in classe, visite a stabilimenti produttivi e laboratori con esperti del settore.

Con l’emergenza sanitaria invece gli studenti hanno appreso nuove forme di lavoro e trovato nel digitale la chiave per l’avanzamento dei progetti. Oltre al confronto costante con i docenti e la coordinatrice del corso Alessandra Montanaro, garantito da lezioni e revisioni da remoto, è stato fondamentale l’utilizzo di CLO3D, strumento innovativo nella prototipazione virtuale.

I capi sono stati confezionati da Ilaria Turchetti, assistente del laboratorio di sartoria, e da Gianpiero Capitani, modellista sarto, con i tessuti messi a disposizione dalle aziende partner (Beste, Class, Panama Trimmings, Lana d’Abruzzo, Limonta, Madison Mark, Manifattura Pezzetti, Millefili, Thermore, 2A spa).

Collegati da remoto, gli studenti hanno diretto foto e video shooting degli outfit, guidando il set e indirizzando il lavoro di styling e scatto, secondo quanto progettato precedentemente insieme alle docenti IED Anna Neretto e Giorgia Mannavola.

Condividi articolo