Si è concluso con un nulla di fatto l’assemblea per l’elezione del presidente regionale degli industriali di Confindustria e il ‘dopo Pierfrancesco Pacini’ non ha ancora un nome. Non capita spesso che il nome proposto dai saggi non sia accolto, ma stavolta la partita è più politica del solito e a farne le spese è stato Andrea Cavicchi, vicepresidente uscente e apparentemente dotato di tutti i requisiti necessari per rivestire tale ruolo: esperienza in ambito istituzionali, successi imprenditoriali, conoscenza del territorio, capacità di dialogo.
La procedura per l’elezione dei presidenti di Confindustria prevede che un consiglio di saggi svolga delle consultazioni e valuti l’adeguatezza di alcuni papabili per poi individuare colui che potrà raccogliere il maggior numero di preferenze, a dire il vero la scelta dei saggi è di solito confermata dall’assemblea dei votanti, non questa volta, come si legge nella nota rilasciata da Confindustria dopo le elezioni: “Il consiglio di presidenza di Confindustria Toscana si è riunito a Pisa per l’elezione del nuovo presidente regionale per il quadriennio 2016-2020. La relazione dei saggi ha ottenuto una maggioranza semplice, ma non è stato raggiunto il quorum dei 2/3 dei voti assegnati previsto dallo statuto. Lo stesso statuto prevede ora che la commissione di designazione riavvii il percorso di consultazione”.
A questo punto è necessario che sia convocato un nuovo consiglio di saggi, che individui un nuovo candidato. In realtà quello di quest’ultima elezione non è il primo intoppo all’elezione del presidente di Confindustria Toscana per i prossimi 4 anni: era stato infatti individuato in un primo momento Andrea Fabianelli, che poi ha rinunciato, dando ai saggi il compito di una nuova scelta, caduta appunto su Cavicchi. I rumors che girano nelle sedi di Confindustria insinuano che il ‘difetto’ comune ai due ‘quasi-presidenti’ è di non essere fiorentini: aretino il primo, pratese il secondo. Pare infatti che la Confindustria del capoluogo male accetti un presidente che non sia suo o comunque un presidente che possa mettere troppo in luce altre realtà regionali, in effetti Confindustria Toscana Nord, fortemente voluta da Cavicchi, comincia ad avere dimensioni e peso importanti. E proprio Cavicchi non aveva accolto con favore il progetto di Confindustria Firenze di creare un’associazione unica per la Toscana, attraverso la fusione delle associazioni territoriali.
Non resta che aspettare.
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