Crac Burani, la Cassazione conferma la condanna

La Cassazione conferma la condanna a sei anni di reclusione ciascuno per Walter e Giovanni Burani. Il reato è quello di bancarotta e si riferisce al crac del 2010 del gruppo della moda fondato da Mariella, moglie di Walter e madre di Giovanni, creatrice del marchio della maison di Cavriago. Il dissesto è stato di circa 481 milioni di euro.

A formulare la sentenza la Quinta sezione penale della Suprema Corte che ha reso definitiva la pronuncia emessa dalla Corte di Appello di Milano il 20 ottobre del 2017 a carico dell’ex presidente e dell’ex amministratore delegato della casa di moda.

La Corte di Appello, però, dovrà riesaminare la portata delle pene accessorie per i due imputati che potrebbero scendere a meno di sei anni di interdizione dagli incarichi societari. La Cassazione ha infatti annullato il verdetto di secondo grado “limitatamente alle pene accessorie” in seguito alla decisione delle Sezioni Unite della stessa Suprema Corte che hanno stabilito che le pene accessorie, a seguito di una specifica indicazione della Consulta, devono essere valutate caso per caso e non devono necessariamente avere la stessa durata della condanna principale.

La reclusione a sei anni era stata la condanna ricevuta anche in primo grado, nel 2013, da parte del pm milanese Luigi Orsi che definì il crac ‘una bancarotta da manuale’.

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