I prezzi di energia elettrica e metano sono aumentati in modo clamoroso e rischiano di frenare la ripartenza e il recupero della produzione industriale.
L’allarme arriva da Tiziano Pieretti (nella foto a lato), vicepresidente di Confindustria Toscana Nord sulla base di numeri tanto chiari quanto negativi: confrontando il 2021 con il “normale” 2019 il prezzo dell’energia elettrica registra un incremento che supera il 70%, mentre il gas metano sfiora il +90%.
I rincari colpiscono tutte le aziende, con effetti a cascata sulle relazioni commerciali all’interno delle filiere e sul prezzo finale dei beni.
“Il fenomeno del caro-energia ha dimensioni mondiali – dice Pieretti – ed è legato all’incremento del prezzo di petrolio e carbone. Per l’Italia la situazione è particolarmente pesante per il forte profilo manifatturiero, che rende sostenuta la domanda di energia e gas, e l’assenza di una vera, forte e incisiva politica energetica nazionale. Le imprese lavorano sul risparmio energetico e sull’efficientamento degli impianti produttivi ed i nostri consorzi e gruppi di acquisto stanno operando molto bene per cogliere ogni opportunità di ottimizzazione dei costi. Anche il Governo è intervenuto per mitigare almeno in parte il carico fiscale sull’energia elettrica, dove questo è particolarmente ingente. Il nostro paese, che dipende dall’estero per la quasi totalità del suo fabbisogno energetico, non dovrebbe lasciare niente di intentato per garantire a imprese e famiglie condizioni di accesso all’energia almeno accettabili. Purtroppo non è così”.
Ad amplificare in Italia il problema costi c’è anche il carico fiscale che, soprattutto per l’elettricità (e a parte le mitigazioni introdotte per questo periodo particolare), pesa fortemente sulla bolletta energetica delle imprese.
“Sul capitolo energia in generale – conclude Pieretti – ci sarebbe spazio per un profondo ripensamento delle politiche nazionali” e il riferimento è alla termovalorizzazione, per la quale CTN si batte da tempo incontrano molte ristenze.