Giorni del calendario

Fiere e calendari, in arrivo una piccola rivoluzione?

Potrebbe essere il 2025 l’anno giusto per un riassetto del calendario fieristico internazionale? Se lo chiedono in tanti alla luce di un rapporto spesa/resa che inizia a scricchiolare: “valuteremo se partecipare o no” è una frase che si sente sempre più spesso nei corridoi dei vari saloni.

Da un lato c’è l’interesse delle aziende a non mancare agli appuntamenti più importanti, dall’altro prosegue un innalzamento delle spese a fronte di un ritorno non eccezionale in termini di ordini o contatti. Una questione che si presenta a ogni latitudine e per tutti (o quasi) i generi di tessile trattati.

Nell’immediato pre Covid abbiamo assistito ad un’indigestione di saloni, con il calendario improvvisamente pieno di eventi e con gli uffici commerciali delle aziende praticamente più in trasferta che in sede: un trend che la pandemia ha interrotto in modo brusco riconsegnando dopo un paio di anni un sistema rivoltato come un calzino ed in difficoltà, tra spostamenti più costosi per espositori e visitatori, trattative portate avanti online e stagionalità sempre meno marcata a livello di collezioni.

Come in ogni “crisi” c’è chi riesce a mantenere la barra dritta e chi invece ha qualche difficoltà in più. Tra chi deve dare un giro di vite c’è sicuramente la Francia, sia sul versante fiere del tessile-abbigliamento, con Première Vision e Texworld alle prese con numeri in calo rispetto al pre Covid, come dalla parte dei saloni del prodotto finito, dove di finito c’è soprattutto lo smalto dei bei tempi.

Con la ripresa post vacanze dei saloni in Asia a qualcuno, dalle parti di Parigi, devono essere fischiate le orecchie se è vero che da più parti, dentro e fuori gli stand, sono arrivati riferimenti alle due principali fiere francesi e le voci di corridoio danno per certo il primo dei cambiamenti ventilati da tempo, ovvero il ritorno di Première Vision a settembre proprio nel 2025. Per vari motivi la scelta di anticipare a luglio l’edizione estiva non ha pagato e soprattutto gli espositori italiani hanno chiesto il ritorno alla data “storica” anche per evitare di avere PV e Milano Unica nel giro di una settimana, con disagi per aziende e visitatori, obbligati talvola a scelte forzate.

La data sicura ancora non c’è ma il dado, dalle parti del Parc des Expositions, è tratto.

Nessun sbilanciamento invece in casa Messe Frankfurt per quanto riguarda Texworld: il vicepresidente della divisione Textiles & Textile Technologies Olaf Schimdt a Intertextile, esattamente come il suo presidente Detlef Braun a Milano Unica, stimolato sull’argomento ha confermato l’impegno della società tedesca per la fiera, che ritornerà a Le Bourget, ammettendo che rispetto all’Asia le difficoltà dei mercati e la concorrenza dei competitor in Europa hanno un peso maggiore.

Dalle scelte francesi può scatenarsi poi un effetto a cascata su Inghilterra, Germania e Turchia, con fiere che avevano trovato una nuova e piuttosto positiva dimensione proprio negli spazi settembrini lasciati liberi da Milano prima e Parigi poi.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini