Inizio di salone superiore alle attese per Filo che, sotto il sole primaverile di Milano, ha portato al Palazzo delle Stelline molti visitatori fin dalle prime ore di apertura: fila al desk di registrazione alle 10 e stand animati con appuntamenti già fissati o visite random, soprattutto di stranieri.
“Viste le tempistiche – dice Nicola Tognarelli di Azeta Filati, un’azienda che ha chiuso il 2015 con un fatturato cresciuto del 30% rispetto ad un 2014 già ottimo, ma che non sarà in Cina con Filo – non mi aspettavo un’affluenza del genere. La maggioranza di visitatori è straniera e questo va bene, perché Filo deve servire a questo. I dubbi che avevano erano legati alla tempistica, col salone troppo vicino a Première Vision e in un momento in cui i tecnici sono indaffarati nelle campionature derivanti dai saloni di Milano e Parigi. L’anticipo con cui è stato organizzato Filo ci obbliga ad una ulteriore visita ai clienti prima che chiudano le collezioni”.
Raffronto con l’ultima edizione di Filo positivo anche per Marco Menichelli, della Plissettatura Rosalba: “Stiamo vedendo nuovi clienti – spiega – ed è segno che la formula di Filo funziona. Noi abbiamo trovato contatti nuovi con francesi ma non mancano neppure gli italiani. Spero che significhi che chi viene qui ha un sistema produttivo italiano o, al massimo, europeo e che quindi i prodotti restano ‘in zona’”.
Non sarà in Cina neppure Safil, all’esordio assoluto in fiera con l’abbinamento al Gruppo Sudwolle (ma fuori dallo stand le insegne riportano anche gli altri brand (Grignasco e Filature Francais du Mohair): “Con la nuova organizzazione – dice Cesare Savio – di fatto abbiamo già in Cina una struttura che produce 11-12 milioni di chili di filato l’anno e quindi quel mercato è coperto. E’ un altro segnale della riorganizzazione che stiamo portando avanti dopo che questi due mondi produttivi si sono fusi; siamo già del tutto operativi e pronti a dare nuovi e ancora più efficienti servizi al cliente, che rimane al centro del nostro lavoro. Per quanto riguarda le tempistiche imposte dalle nuove date scelte dai saloni del tessile siamo pronti ad adeguarci, come abbiamo fatto anche altre volte in passato”.
Infine Lido Lascialfari, titolare dell’omonima tessitura e storico rappresentante di Confartigianato Prato: “E’ vero che le tempistiche sono troppo anticipate, soprattutto per alcuni mercati stranieri. Questo salone arriva al termine di un periodo di stallo iniziato con l’avvio delle fiere. Comunque il periodo mi sembra buono, tanto è vero che abbiamo lavorato anche a Natale per completare le campionature”.
Poi tutta la mattinata su ritmi davvero buoni prima dell’appuntamento con “Il Filo dell’internazionalizzazione” (vedi articolo), che ha anticipato il cocktail nell’area lounge, che ha chiuso con un brindisi l’ottimo primo giorno di salone.