Giovani imprenditori, Varese accetta la sfida

Nei giorni degli Europei in Francia i Giovani Imprenditori di Varese usano una metafora calcistica per ‘battere’ le difficoltà del ricambio generazionale ai vertici delle aziende: “Non si tratta di una partita personale, familiare o del tessuto locale. Si tratta di giocare nella squadra nazionale” ha detto infatti la presidente Eleonora Merlo (nella foto) aprendo l’Assemblea 2016.

Un match che riguarda non solo una parte del tessuto produttivo, ma che anzi coinvolge tutti e dal quale dipende lo sviluppo del Paese, oltre che del territorio varesino. “In un Paese come il nostro – dice Merlo – dove il 95% delle imprese sono familiari, la competizione più importante per la creazione di una nuova classe dirigente imprenditoriale non può che giocarsi sul campo del passaggio generazionale nelle aziende. In un tessuto imprenditoriale longevo come quello varesino con quasi 660 aziende iscritte al registro della Camera di Commercio con anno di fondazione precedente al 1950, la questione diventa di grande rilievo e non riguarda semplicemente la successione diretta padri-figli. Arrivati alla terza o quarta generazione, le questioni diventano complesse, da un punto di vista societario, ma anche personale: si arriva facilmente alla convivenza di nonni fondatori, genitori e figli, tutti altrettanto presenti in azienda da un punto di vista decisionale”.

l’errore è quello di concentrarsi troppo su strumenti legali, divisione delle quote, agevolazioni fiscali e quant’altro di cavilloso

Un tema caldo, quindi, che il Gruppo Giovani ha affrontato in un percorso di approfondimento durante l’anno con la consapevolezza che il cambio del testimone è uno dei momenti più delicati nella vita di un’impresa e non sempre avviene al momento giusto o nel modo giusto, perché non esiste una ricetta vincente e standard, uguale per tutti. “La sfida di oggi non può essere solo quella di creare e lavorare per dar vita ad un ambiente favorevole alle startup, ossia alle giovani imprese. La sfida è, soprattutto, quella di rendere giovani le imprese che, anagraficamente, non lo sono dando vita ad un ecosistema in grado di fare da acceleratore di idee anche per quelle aziende storiche operanti in settori maturi, che però hanno i margini per dar vita ad un nuovo inizio – ha precisato ancora Merlo – e l’errore è quello di concentrarsi troppo su strumenti legali, divisione delle quote, agevolazioni fiscali e quant’altro di cavilloso. La strategia deve essere quella di condividere tutti insieme in azienda una strada da percorrere. Insieme è la chiave: è una questione di atteggiamento, prima ancora che di operatività. È questione di spirito. Dobbiamo saper ricreare lo spirito innovativo, tipico delle startup, in ogni passaggio generazionale. È anche una questione culturale: anche da qui, infatti, passa la costruzione di una nuova imprenditorialità, fondamentale per la crescita del Paese e del territorio”.

Eleonora Merlo ha poi chiuso con un augurio: “Siate startup tutti i giorni, anche se la vostra impresa è alla settima generazione!”.

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