Il tempo passa lasciando traccia nei numeri, nelle idee, nella programmazione del lavoro. A Pitti Filati ci sono due aziende che vivono il passare del tempo in modo diverso: Millefili lo annulla mischiando alle tradizioni del passato le novità del presente; Botto Giuseppe lo fissa in una cifra, 140, che sono gli anni di attività che vengono celebrati proprio alla Fortezza da Basso.
Millefili anche per questa edizione sorprende per genialità e creatività nella realizzazione dello stand: prima di arrivare a vedere e toccare un campionario di filato il visitatore/cliente ha già visto la gastronomia di un tempo (tigelle con tanti condimenti), il valore della scrittura tradizionale (buste personalizzate e chiuse con la ceralacca), la moda di una volta che ritorna (un papillon di legno trasformato in un fermaglio per capelli) e si è messo in fila alla reception come si fa in un hotel solo che al posto delle chiavi il numero del box in cui andare a parlare d’affari è riportato su una musicassetta. E la cartella colori? In bella vista, dentro e fuori, sul muro rotondeggiante il cui il nome di Millefili e tutti i 36 colori sono realizzati con 50 mila matite colorate: un ‘murales’ reso possibile dall’accordo con la Giotto che dopo la fiera sarà smontato e le matite andranno in beneficenza ai piccoli bisognosi nei centri di accoglienza gestiti da SOS Villaggi dei Bambini.
“Senza tempo” è il nome della collezione: “Questo è ormai il nostro modo di presentarci al cliente – dice Sabrina Lovo – e non possiamo perdere questo spirito, che vogliamo trasmettere anche agli altri e che speriamo venga recepito. La novità è il nostro mood e ci piace presentare i colori così”. Boucle, mouliné, fiammanti e filati infeltriti tra le proposte, con marrone, arancioni scuri e un po’ di grigio come linea di colori principale, anche se l’offerta fantasia è completa.
140 anni portati benissimo invece per Botto Giuseppe, che celebra il traguardo con centinaia di ospiti, ovvero con le tante persone che, ininterrottamente nei primi due giorni di salone, hanno visitato lo stand. Dal 1876 ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, anche se adesso molta si ferma nella diga dello stabilimento di Tarcento, in Friuli, dove viene lavorato il filato con la forza dell’energia idroelettrica e con quella fornita dai pannelli solari, per un processo del tutto sostenibile-
A Pitti Filati l’azienda si presenta con Naturalis Fibra, di fatto un filato che segue il Fair, prodotto lo scorso anno in collaborazione col marchio americano Maiyet. La lana arriva dall’Australia, dall’azienda Congi, con cui Congi ha firmato un’esclusiva e nella quale le pecore non sono sottoposte a mulesing. In attesa di conoscere l’esito di Feel the Yarn, per il quale Botto Giuseppe ha fornito filati e appoggio, c’è ancora un terzo giorno di salone da ‘gestire’: visto il grande afflusso delle prime 48 ore ci sarà poco tempo per festeggiare i 140 anni.