Il benessere degli animali nel workshop dei filatori pratesi

Si è parlato di Animal Welfare e delle fibre tessili di origine animale nel workshop dei filatori pratesi tenuto nei giorni di Pitti Filati.

Quindi sul tavolo lana, mohair, cashmere e alpaca, fibre per le quali negli ultimi anni sono stati fatti forti investimenti per dare garanzie a operatori del settore e consumatori sulla corretta gestione degli animali che le producono.

Il workshop “Animal Welfare: the resilient supply chain of animal textile fibers production” è stato organizzato dal gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord ed ha visto gli interventi dei rappresentanti delle principali associazioni internazionali di allevatori: BTB Ltd SA, Mohair South Africa, Schneider Group, International Alpaca Association, Sustainable Fibre Alliance.

Prima di loro hanno fatto il punto sulla questione Francesca Rulli, CEO di Process Factory e fondatrice di 4sustainability, e Bronwyn Botha di Textile Exchange.

Tutte le forniture di materie prime rientrano nel nostro impegno per avere filiere tracciabili

“Il tema del benessere degli animali è sentito da noi produttori non meno che dai consumatori – commenta Raffaella Pinori, coordinatrice del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – e siamo in prima linea per un tessile sostenibile, che abbia a cuore l’ambiente e la salute e sicurezza delle persone che lavorano nei nostri stabilimenti. Sarebbe paradossale se fossero esclusi dalle nostre attenzioni proprio gli animali che ci forniscono le fibre belle, confortevoli e preziose alla base del nostro lavoro. Tutte le forniture di materie prime rientrano nel nostro impegno per avere filiere tracciabili e certificate e deve crescere sempre più il numero degli allevatori in grado di garantire attraverso sistemi di certificazione una gestione virtuosa degli animali”.

Due i piani su cui è possibile intervenire: da un lato la crescita della consapevolezza e della preparazione dei produttori, soprattutto i meno strutturati, e delle loro associazioni; dall’altro lo studio di possibili semplificazioni sul piano formale fermi restando i criteri sostanziali di garanzia del benessere animale  per poter aiutare i piccoli produttori a inserirsi nel più qualificato circuito internazionale delle materie prime tessili.

Le iniziative dei filatori pratesi hanno agevolato la nascita e lo sviluppo di certificazioni come l’RMS per il mohair.

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