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Inizio di anno shock per il meccanotessile italiano

Sono davvero in rosso i numeri del meccanotessile italiano a fine marzo: nel primo trimestre del 2025 infatti gli ordini sono calati del 29% rispetto allo stesso periodo del 2024, che già di per sè non era stato un anno da incorniciare.

Dall’Ufficio Studi di Acimit arrivano indicazioni pessime, conseguenza di un andamento negativo sul mercato interno e di un calo deciso all’estero. In Italia gli ordini sono diminuiti del 57%, mentre sui mercati esteri la flessione è stata del 25%. Il carnet ordini ha raggiunto i 3,6 mesi di produzione assicurata.

Negativo (-15%) anche il confronto con il trimestre ottobre-dicembre 2024. “Il settore – dice il presidente di Acimit Marco Salvadè – ha iniziato il 2025 ancora peggio di come ha concluso l’anno precedente. L’incertezza per la situazione geopolitica che aveva caratterizzato il 2024 è stata accresciuta dalle decisioni sui dazi di Trump. Sul mercato USA gli ordini sono fermi in attesa delle prossime mosse del presidente. Qualche speranza per una ripresa della domanda arriva dai dati dell’export mondiale con Cina, India e Pakistan in recupero rispetto al primo trimestre 2024″.

In Italia l’indice degli ordini ha toccato il suo minimo, anche peggio del 2020. Nonostante la finalizzazione del decreto che disciplinerà il piano Transizione 4.0 e il crescente utilizzo delle risorse messe a disposizione da Transizione 5.0, la raccolta ordini resta al palo.

“Occorre guardare oltre il 2025 – conclude Salvadè – e chiedere al Governo misure di incentivazione agli investimenti in beni strumentali mirate e strutturali, soprattutto semplici nella loro adozione, affinché siano di rapida fruizione. Ben vengano misure dedicate alla filiera tessile. Ci attendiamo ora un ulteriore rafforzamento degli incentivi per l’acquisto di macchinari sostenibili, settore in cui il meccanotessile italiano può vantare una chiara leadership a livello mondiale”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini