Kering M.I.L. e i pilastri della sostenibilità

Kering M.I.L. e i pilastri della sostenibilità

di Rossano Bisio

Pitti, Premiere Vision, Milano Unica; una serie di fiere che hanno messo ancora più in evidenza quanto sia sostanziale il concetto di sostenibilità nell’allestimento delle collezioni contemporanee.
Più precisamente sono stato colpito da due iniziative che descrivono in modo diretto quali siano i “pilastri” portanti dell’ agire sostenibile e quale interpretazione virtuosa, attuale e significativa si possa dedurre.

Milano Unica, all’ interno del progetto “MU sostenibilità Creativa A/I 2024-25” ha elencato e descritto quali siano i 5 fondamenti del sostenibile.
Climate Action, azioni per impegnarsi a limitare il cambiamento climatico tramite un’ industrializzazione maggiormente responsabile. In questa prospettiva si annoverano Progetti di riduzione delle emissioni di gas serra oltre che la massimizzazione dell’ uso di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Chemical Safety, intenzione di ridurre i rischi legati all’ uso di prodotti chimici nocivi all’ uomo, agli animali, all’ ambiente. Ciò si manifesta con attività economiche produttive agricolo-allevative, artigianali e manifatturiere conformi ai principali standard RSL (Restricted Substances List), cioè, liste di sostanze chimiche pericolose che dovrebbero essere bandite dalle filiere.
Biodiversity Conservation, agire in modo che si possano preservare e rigenerare gli ecosistemi forestali ed agricoli, oltre che garantire un tipo di allevamento sostenibile e cruelty-free.
Circular Economy, azioni per incrementare il riciclo, il riutilizzo, la durata, la riparazione e la gestione del fine vita dei manufatti. In modo particolare si considera cruciale il riciclo dei rifiuti e il riutilizzo delle acque reflue.
Social Justice, condotte atte a garantire il rispetto dei diritti umani e del lavoro lungo tutta la filiera produttiva.

Questo gruppo di concetti e propositi è stato declinato nella settima edizione di S | Style, il progetto espositivo di sustenibility style di Fondazione Pitti Discovery curato dalla fashion journalist Giorgia Cantarini.

L’ iniziativa è stata realizzata con la partecipazione esclusiva di Kering Material Innovation Lab (Kering M.I.L.). Grazie ad una vasta biblioteca di materiali e tessuti certificati messi a disposizione da Kering MIL, un pool selezionato di designers mondiali ha potuto realizzare alcuni outfit con requisiti di avanzatissima ricerca sostenibile.

M.I.L. nasce nel 2013 all’ interno del Gruppo Kering, ed è un laboratorio di ricerca a disposizione dei gruppi creativi delle Maison del gruppo e ai loro fornitori, allo scopo di procurare risorse, strumenti e nuove soluzioni allo scopo di agire scelte sostenibili. I materiali e i tessuti sono sottoposti ad un esame approfondito e vengono valutati alla luce di certificazioni esterne ma anche da uno strumento esclusivo interno sviluppato tramite metodologia EP&L, un conto economico ambientale che misura l’ impatto sugli ecosistemi mondiali delle attività commerciali e di supply chain del gruppo Kering.

I marchi che hanno potuto accedere alla biblioteca sostenibile del Material Innovation Lab di Kering sono stati un gruppo eterogeneo ed internazionale: Cavia (Italia), Dalpaos (Italia), Dhruv Kapoor (India), Isnu(Danimarca), Jeanne Friot (Francia), Ksenia Schnaider (Ucraina), Olooh Concept (Costa d’Avorio), Permu (Regno Unito), Steven Passaro (Francia), Young n Sang (Corea del Sud). Il lavoro ha avuto un momento conclusivo con una sfilata in fortezza da Basso alla Sala delle Nazioni.

Di altissimo livello le soluzioni tecniche viste in passerella; Cavia ha utilizzato cashmere mescolato a fibre bio-derivate e prodotte attraverso il processo di fermentazione di zuccheri e microrganismi. Da Isnurh si è visto un tessuto faille realizzato in poliestere parzialmente riciclato da rifiuti plastici marini e arricchito da spalmature realizzate senza uso di acqua e con un’ imbottitura interna realizzata da cascami di seta riciclati e un polimero legante bio based.

La collezione di Ksenia Schnaider includeva lavori ottenuti su denim con pigmento indaco 100% plant based con spalmature composte fino al 35% di polvere di sughero europeo riciclato. Dalpaos ha lavorato su lino combinato con un filamento cellulosico di nuova concezione di cui non è possibile sapere molto ma che è totalmente conforme agli elevatissimi standard Kering.

Grandi novità tecniche anche nelle tinture, Steven Passaro ha realizzato il suo outfit su tessuto di cotone organico colorato attraverso una tecnologia spray che utilizza un pigmento nero privo di IPA (Idrocarburi Aromatici Policiclici) e altre sostanze potenzialmente cancerogene.

Info@rossanobisio.com – www.rossanobisio.com

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