Confartigianato

Le altre voci che arrivano dal Tavolo della Moda

L’ultima seduta del Tavolo della Moda ha permesso a tutte le parti economiche convocate di dare il proprio parere e avanzare richieste.

Tra queste la Federazione Moda di Confartigianato e Tessilivari, presenti con i vertici nazionali. Moreno Vignolini (nella foto), presidente della Federazione e vicepresidente di Confartigianato Prato, racconta: ” Ho proposto che in tema di Made in Italy non vengano valorizzati solo i prodotti ma anche la stessa produzione. Su occupazione e formazione stiamo vivendo una grande difficoltà a reperire manodopera e a formarla. Al ministro ho quindi proposto un riconoscimento del ruolo formativo dell’impresa artigiana attraverso un credito d‘imposta che permetterebbe anche di offrire un compenso più dignitoso al giovane che impara”.

Vignolini ha poi spostato il suo intervento sull’energia: “Ho sostenuto la necessità che il Paese si renda il più possibile autonomo sulle risorse energetiche. La mia proposta, che ho voluto chiamare ‘Energia 4.0’ è quella di sostenere e incentivare le aziende che investono sull’autoproduzione o sull’efficientamento energetico riconoscendo loro un credito d’imposta”. E non è mancato un richiamo sul tema dei rifiuti tessili: “Ho detto al ministro Urso che occorre incrementare la nostra capacità di fare economia circolare con una produzione ecosostenibile”.

Per Tessilivari è intervenuto il presidente Matteo Cavelli, che ha portato al Tavolo i sette punti ritenuti essenziali: la proroga dei crediti di imposta per le aziende gasivore ed energivore, la creazione di una rete nazionale del riciclo, la lotta alla contraffazione, con la necessità che ogni prodotto finito abbia una carta di identità digitale che permette di tracciare il prodotto e di verificarne l’autenticità.

E poi ancora la regia della blockchain tessile mantenuta di competenza statale e monitorata con delle linee definite e con il controllo di enti preposti per evitare la nascita di blockchain ad uso e consumo dei grandi marchi volte a penalizzare le pmi, il sostegno e lo sviluppo della domanda interna con un bonus moda legato all’acquisto nei negozi, e il credito di imposta legato alla realizzazione di campionari e collezioni.

Infine la formazione: le associazioni di categoria possono avere un ruolo decisivo per la realizzazione di corsi mirati per le esigenze delle imprese in collaborazione con gli istituti tecnici e le scuole universitarie che hanno specializzazioni ad hoc. Dal mondo del lavoro potrebbero arrivare anche figure professionali del settore da utilizzare come tutor.

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