Le “Magnifiche Passioni”
di Milano Unica

Le “Magnifiche Passioni” <br> di Milano Unica

di Rossano Bisio

Dopo alcune stagioni di rassegne virtuali, finalmente ha avuto luogo in presenza “Milano Unica”, fiera di riferimento del tessile italiano.

Al di là di tutte le considerazioni circa i risultati commerciali e di rappresentanza dell’evento, vorrei soffermarmi brevemente sui contenuti e sul discorso di previsione tendenze moda che è stato allestito all’interno del forum.

Antonella Martinetto, responsabile del tavolo delle tendenze e Stefano Fadda, direttore artistico, hanno realizzato un lavoro veramente interessante e di grande aiuto per chi, come me, si occupa di progettazione e disegnatura del prodotto. Comunicare tendenze è un fatto estetico, connesso alle vicende sociali, con volontà trasformative e calato nella cultura umanistica perché collegato al mondo letterario, storico, filosofico e che per forza deve coinvolgere l’essere, l’esistere ed il divenire.

Mi sembra di poter dire che tutti questi elementi siano stati colti dagli autori del forum, i quali hanno lavorato sapientemente fra conscio ed inconscio collettivo. Già nel titolo, “Magnifiche Passioni” si allude con ammirazione verso le “sensazioni” descritte all’interno di un quadro molto ampio che prevede percezioni contrastanti quali piaceri, dolori, paure, desideri. Seguendo la “road map” designata da Fadda, ci troviamo di fronte a tre mega tendenze composte entrambi da due stories.

Passioni personali
Tradimento: senz’altro “piacere, dolore, paura e desiderio” si riscontrano nel primo tema. I tessuti ad esso correlati rappresentano maggiormente la parte propedeutica e seduttiva dell’atto; e sono raggruppabili in alcuni concetti già rivelati (in pesi estivi) sulle passerelle della Milano fashion week e di cui ho dato conto nella mia precedente “Carta tecnica di Giugno”. I temi più evidenti sono: effetti Jacquard a effetto traforato, trasparenze e sovrapposizioni di pizzi, finissaggi spalmati e laccati.

Alimentazione: il trend strizza sapientemente l’occhio a due tendenze mainstream della nostra contemporaneità, l’estetica gastronomica coniugata al concetto del riciclo e della sostenibilità, tema ripreso ampiamente nello spazio dedicato all’ ecologia. I tessuti di questo gruppo sembrano previlegiare il grande ritorno del cappotto in lana sia rasato che garzato oltre che a filati ciniglia ed effetti di finissaggio che tendono a rigonfiare le superfici dei tessuti.

Passioni sociali

Bellezza: il tema riprende in modo molto efficace l’idea che verte sul valore dell’inclusione, concept applicato magistralmente in varie campagne globali di advertisement sia da parte di Nike sia da parte di Gucci in cui si afferma a chiare lettere che diversità, uguaglianza e inclusione sono i valori fondamentali del marchio. I tessuti afferenti a questa story sono in linea con il concetto base e previlegiano finissaggi spalmati, siliconici e trattamenti che regalano luce al tessuto oltre che interessanti accoppiature con membrane poliuretaniche super soft.

Natale: la capsula ha giocato molto con la risignificazione semantica che gli autori hanno voluto proporre al fine di svuotare il termine “Natale” della simbologia religiosa, a favore di una serie di valori trasversali e commerciali che potremmo riassumere con il termine ” opulenza”. In linea con questo concetto i tessuti sono molto caratterizzati da effetti lurex e damascati arricchiti da tecniche “fil coupé”; onnipresente il rosso e il “gold effect” come decorazione.

Passioni planetarie
Ecologia e Tecnologia, quest’ ultima in modo particolare mi è sembrata declinata in modo sorprendente. Tecnologia vista prevalentemente come un elogio del “Fake” che nel contesto discorsivo della story, assume la valenza creatrice di realtà alternative. Allora il concetto di “vero” perde il suo significato di contenuto ideale, accettato e condiviso, per attribuirsi mille sfaccettature diverse. In questa prospettiva i tessuti assumono un valore di camouflage in cui nulla è più ciò che sembra.

Curioso ed ironico il sottolineare la caratteristica ossimorica della tecnologia sia come creatrice di fake sia come irrinunciabile strumento di comunicazione post-moderna. Concetto di base e leitmotiv della fiera, variamente sottolineato in varie occasioni anche dal presidente di Milano Unica Alessandro Barberis Canonico, è stato la ferma volontà di ritornare al “contatto fisico” con il tessuto, unica garanzia per percepire e concretizzare il valore del manufatto attraverso la percezione della “mano” e l’“aspetto” della tipologia.

Le ultime tre collezioni, per molte aziende, sono state presentate attraverso varie piattaforme digitali che, come evidenziato dal forum, erano sia portatrici di innovazione sia passpartout del concetto di Fake attraverso la possibile manipolazione e trasmutazione digitale.

info@rossanobisio.it

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