C’è anche la firma del presidente di Confindustria Moda Luca Sburlati sul Protocollo per il contrasto all’illegalità negli appalti nella filiera produttiva della moda.
Con questo primo atto ufficiale del neo presidente di Confindustria Moda conferma la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni pubbliche (Prefettura, Tribunale, Procura Distrettuale Antimafia, Regione, Ispettorato del lavoro, Carabinieri, ecc.) e con le altre associazioni rappresentative del settore, già espressa a inizio anno dall’allora presidente Sergio Tamborini.
Negli incontri che hanno preceduto la firma Confindustria Moda ha scelto di assumere un ruolo costruttivo: l’obiettivo è salvaguardare tutti gli interessi in gioco, dalla promozione della piena legalità, alla leale concorrenza tra le imprese nazionali e tra queste e i concorrenti esteri, al pieno rispetto dei diritti dei lavoratori.
Al centro dell’azione sono stati messi l’applicazione lungo tutta la filiera del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro; la necessità che ogni sistema di trasparenza e controllo della filiera garantisca la salvaguardia della proprietà intellettuale e della privacy sui dati, sull’organizzazione e sul business delle aziende coinvolte, sia di grandi dimensioni che per le PMI; la semplicità di applicazione delle procedure per evitare le pastoie burocratiche; la necessità che i sistemi implementati siano costruiti in piena coerenza con il quadro delle normative europee, che è in via di definizione a Bruxelles.
“Pur trattandosi di un accordo definito su base territoriale, è evidente la portata anche nazionale di questo esperimento: sia per la rappresentatività di molti soggetti firmatari che per le caratteristiche specifiche delle filiere produttive della moda, che non conoscono confini. Emerge l’esigenza di una progressiva e governata estensione dell’applicabilità del Protocollo almeno a livello nazionale a tutela e difesa delle nostre filiere che esprimono ogni giorno prodotti di grande qualità”, ha detto Sburlati dopo la firma.