L’estero traina la moda junior

Ci sono i dati finali di Pitti Bimbo e ancora una volta è il mercato italiano che zoppica, mentre i buyer stranieri lanciano anche questa edizione di Pitti Bimbo. Ma soprattutto è l’offerta dei marchi ad impressionare molto positivamente.

I risultati di questi tre giorni vanno oltre le aspettative – ha affermato l’amministratore delegato di Pitti Immagine Raffaello Napoleone – i commenti raccolti tra gli stand parlano all’unanimità di un grande lavoro da parte delle aziende: nell’editing delle collezioni, nella ricerca di stili moderni e funzionali alle nuove sensibilità ecologiche e sociali, nell’impegno a tenere insieme qualità e prezzi, nella capacità di muoversi in un mercato internazionale che cambia e si trasforma incessantemente. Tutte qualità che il nostro team commerciale è riuscito a mettere in evidenza attraverso un’attenta segmentazione del salone per tipologie e merceologie, insieme a una rimodulazione degli spazi fisici. E’ la migliore risposta possibile a un clima che soprattutto negli ultimi mesi si è fatto più scuro, con una serie di previsioni verso il basso per crescita, consumi, scambi commerciali. Se il dato che stiamo registrando di un calo dei compratori italiani era atteso, la tenuta e le conferme che arrivano dallo scenario internazionale – erano stati 2.450 i buyer esteri arrivati un anno fa – sono in questo momento un segno davvero importante. Una riconferma della leadership mondiale che questo salone riveste nel mondo della moda bimbo e del suo lifestyle più contemporaneo”.

Guardando ai risultati dei primi 8 mercati presenti a Pitti Bimbo: la Spagna, sempre al primo posto per numero di compratori, fa registrare presenze in crescita, così come lo sono quelle dei buyer dalla Grecia; Francia e Regno Unito, pur nelle specifiche difficoltà che entrambi i paesi attraversano, confermano a sorpresa gli alti livelli raggiunti dai loro compratori all’ultima edizione invernale; stessa cosa per la Turchia, altro mercato di peso per la moda bimbo; lieve flessione per la Germania, mentre erano attesi cali più consistenti nei numeri di russi e ucraini, per i quali la situazione dell’economia interna e dello scenario geopolitico è andata peggiorando negli ultimi mesi. Andando oltre in classifica: Cina, Giappone e Stati Uniti reggono sui valori dei punti vendita raggiunti nelle ultime edizioni; si registrano con soddisfazione aumenti di altri mercati di rilievo come Belgio, Polonia e Arabia Saudita.

Per l’Italia, i dati di affluenza hanno purtroppo fatto registrare un calo intorno al 9%.

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