Ci sono accenni di vero inverno nella Londra che ha salutato l’inizio della London Textile Fair. Niente di polare, anzi, visto che un mesetto fa da queste parti è arrivata la neve ed anche copiosa, ma di certo una temperatura assai più frizzante di quella registrata finora in Italia.
All’interno del Business Design Centre però il clima è più ″caldo″, con una buona affluenza già dalle prime ore di apertura. Quella che era una fiera di grande presenza italiana è innegabilmente diventata un salone dalla forte preponderanza turca, con il governo di Erdogan che continua l’opera di aiuto alle aziende in ottica di internazionalizzazione.
Al motto di “go with Turkey”, con la distribuzione di gadget e addirittura con un catering all’ora di pranzo, le aziende della mezzaluna si fanno notare per compattezza e numero. Quelle italiane, in parte sfavorite dalla stagionalità P/E, vengono dalla recente e positiva Texpremium e quindi hanno già in buona parte presentato le proprie collezioni al mercato inglese e sono in numero ridotto rispetto al recente passato. Ma ci sono e si notano.
“Questa è una fiera snella, che ci consente di vedere tanti clienti in un tempo ristretto – dice Paolo Calabresi di Nova Fides – e per un mercato parcellizzato come quello britannico è sicuramente un bene. E’ vero che ci sono tanti turchi ma tra noi e loro rimane un divario di fantasia e creatività, ma bisogna ammettere che il loro governo lavora in modo positivo in aiuto alle aziende”.
La fiera londinese apre un anno nuovo dopo un 2022 positivo. “Nonostante il rallentamento degli ultimi mesi siamo soddisfatti – prosegue l’imprenditore – ed il 2023 è iniziato molto bene. Dai clienti abbiamo indicazioni di vivacità dai negozi, ma con previsioni molto brutte. Qui in Gran Bretagna però il made in Italy ha ancora un forte appeal, anche sui consumatori finali, quindi c’è ottimismo, anche se la Brexit ha influito, più che altro sulla facilità di gestione delle cose”.
Infine un occhio anche alle altre fiere. “Abbiamo deciso di rinunciare a Première Vision in modo definitivo dopo il 2022 di assenza. Vogliamo premiare l’italianità”.
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