Gida Baciacavallo

L'ira di Progetto Acqua per lo stop agli incrementi degli scarichi idrici

Rabbia, minaccia di proteste plateali e incredubilità: lo stop agli incrementi degli scarichi idrici ha scatenato la reazione di Progetto Acqua, il consorzio che riunisce 210 imprese idroesigenti dell’area pratese, per lo più tintorie e rifinizioni.

Tintorie e rifinizioni, come tutte le altre aziende utilizzatrici di acqua, si sono viste imporre limitazioni ai propri scarichi nella rete fognaria: chi disponeva già di autorizzazioni in tal senso non può incrementare le quantità, né è possibile avviare nuove attività con scarico diretto in fognatura.

La vicenda inizia quando Arpat ha formalizzato alcune puntualizzazioni e sottolineature alle normative in essere circa la qualità delle acque che vengono scolmate dalle fogne in caso di sovraccarico di queste ultime. Temendo di non poter rispondere adeguatamente alle precisazioni di Arpat, Publiacqua, soggetto gestore della rete fognaria, ha chiesto alla Regione Toscana di non concedere più alle imprese di scaricare in fognatura.

La soluzione transitoria individuata fu di congelare la situazione: gli scarichi continuano ma senza alcun incremento né da parte di aziende che richiedano autorizzazioni ex novo, né da parte di aziende già autorizzate.

A questo si sono sommate dinamiche conflittuali fra gli stessi Arpat e Regione Toscana da un lato, Publiacqua e Autorità Idrica Toscana dall’altro che hanno condotto a un ricorso al Tar la cui udienza si terrà l’11 gennaio.

“Alla base di tutto – osserva Ivo Vignali, presidente del consorzio – c’è la condizione della rete fognaria pratese, per la quale da decenni investimenti pubblici consistenti non si vedono. L’inerzia non è certo responsabilità delle aziende, che anzi negli anni hanno promosso accordi di programma in cui spingevano per potenziare il sistema fognario. Poi, visto che non si concretizzava niente, abbiamo addirittura deciso, unici in Italia, di costruirci da soli una fognatura industriale che sgravi la rete cittadina della maggior parte degli scarichi delle aziende. La scorsa estate abbiamo inaugurato il primo lotto, la cui messa in opera comporta un alleggerimento del 30% dei volumi degli scarichi industriali immessi in fognatura pubblica”.

In assenza di segnali positivi il presidente Giani rischia di trovarci prima di Natale a protestare sotto le finestre dei suoi uffici

Questo, secondo Progetto Acqua, dovrebbe costituire un elemento di forte rassicurazione rispetto agli irrigidimenti di Arpat, ai timori di Publiacqua e alla stasi della Regione: “Abbiamo fornito ogni rassicurazione circa il proseguimento dei lavori – continua Vignali – pur con i rallentamenti dovuti anche alla pandemia. Abbiamo dato disponibilità a intervenire prioritariamente su parti del reticolo fognario che vengano ritenute particolarmente critiche, ci siamo dichiarati pronti a rivedere parametri e limiti nell’ambito di Gida, la società pubblico-privata di gestione della depurazione delle acque e quindi il punto di approdo degli scarichi. Ma finora niente è servito a sbloccare la situazione e abbiamo davanti un altro mese, cruciale per l’economia pratese, per arrivare all’udienza del Tar dell’11 gennaio. Alla Regione Toscana chiediamo un atto di responsabilità per sanare questa situazione; Arpat è sua agenzia, Publiacqua è suo concessionario. Le aziende sono esasperate molto più di quanto evidentemente colga la Regione Toscana, anche perché questa vicenda si somma ad altre che vedono ingiustificate penalizzazioni di Gida con conseguenti oneri per le imprese. E Gida dà molte più garanzie di rispetto delle norme ambientali rispetto a sistemi frammentati con impianti nelle singole aziende; tutto il mondo ce la invidia, ma ha vita molto difficile in un sistema complessivamente malfunzionante. In assenza di segnali positivi sugli scarichi il presidente Giani rischia di trovarci prima di Natale a protestare sotto le finestre dei suoi uffici. Non siamo certo soliti assumere iniziative del genere ma, nel pieno rispetto delle regole sanitarie e di ordine pubblico, se vi saremo costretti lo faremo”.

Dalla parte del Consorzio Progetto Acqua anche Confindustria Toscana Nord, il cui presidente Daniele Matteini dichiara: “Ai colleghi titolari di tintorie e rifinizioni va tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà. Si trovano a operare in un contesto difficilissimo, oppressi da una molteplicità di problemi che vanno dai costi energetici a queste vicende legate alla gestione delle acque che, da componente il Consiglio di amministrazione di Gida, confermo essere tanto deleterie quanto irritanti. Concordo con Ivo Vignali: basterebbe buona volontà e, aggiungo, lungimiranza. Non si può continuare a penalizzare il distretto pratese, oltretutto – sconsideratamente e incredibilmente – su aspetti di tutela del sistema idrico per il quale è portato a esempio in tutto il mondo. Io personalmente ho rappresentato ai massimi vertici regionali i capitoli aperti riguardo agli scarichi e ad altre questioni che stanno penalizzando le imprese e Gida. In Regione Toscana urge su queste materie un ripensamento profondo che comporti azioni efficaci e celeri per risolvere i tanti problemi pendenti da troppo tempo”.

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