La produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato ha chiuso il secondo trimestre del 2022 ancora in recupero, ma rimane anche la preoccupazione per il futuro.
La produzione nei distretti di Confindustria Toscana Nord segna +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, con Lucca e Pistoia più stabili (+1,8% e +0,7%), e Prato, che nella pandemia aveva perso di più, a +8,8%.
“La domanda c’è stata e c’è ancora adesso – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini – ma i nostri dati dicono anche una cosa molto meno esaltante, ovvero che le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee. Le imprese continuano a essere investite dagli incrementi dei prezzi di energia, gas e materie prime. Se le rilevazioni fossero state fatte dopo la caduta del Governo Draghi probabilmente registrerebbero un’incertezza ancora maggiore. L’auspicio è che il nostro paese continui per quanto possibile sulla strada intrapresa dell’impegno per le riforme. Molte imprese producono a pieni giri ma non guadagnano: i margini sono divorati dalla bolletta energetica”.
Nello specifico del tessile e del sistema Moda Lucca -2,1%, Pistoia +9,3% nel calzaturiero, +3,8% nell’abbigliamento-maglieria e +0,3% del tessile. Infine Prato, che ha +11,1% del tessile e +8,8% del meccanotessile”.
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