In linea con l’andamento del manifatturiero a livello nazionale, anche a Lucca, Pistoia e Prato si registra per il settore un live calo: -0,3%, secondo l’indagine congiunturale condotta dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord Lucca Pistoia Prato per il trimestre luglio-settembre 2016.
Si conferma così un trend di indebolimento congiunturale già emerso nell’indagine sui mesi di aprile-giugno 2016, quando fu rilevato +0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Il passo indietro è più evidente nelle aziende di minore dimensione (-0,8% per quelle tra 10 e 49 addetti); anche le più grandi (50 addetti e più) mostrano però un sostanziale esaurimento della crescita (+0,2%) rispetto allo scorso anno.
La tendenza si riflette sulla maggior parte dei macrosettori dell’area Lucca-Pistoia-Prato: l’alimentare segna -0,3%; il metalmeccanico -0,7%%; il tessile -1,2%; l’abbigliamento e maglieria -2,3%; il mobile -9,8%. Mantengono variazioni positive rispetto allo stesso trimestre del 2015 il cuoio e calzature con +0,5%; il settore aggregato dei materiali da costruzione, chimica e plastica con +1,1% e soprattutto la carta con un buon +2,5%.
“Il manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato, così come il complesso dell’industria italiana, si trova ad operare in un contesto caratterizzato da grande incertezza – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi – Le incognite vanno dai fattori nazionali agli scenari europei, alla Brexit si è aggiunta l’attesa di cambiamenti importanti negli Stati Uniti. I mercati non amano le situazioni indefinite: principio sempre valido di cui vediamo gli effetti nella stasi produttiva che stiamo vivendo. Le nostre imprese comunque reagiscono e rimangono sostanzialmente agganciate all’andamento del manifatturiero nazionale, con punte di eccellenza che riescono ad andare anche ben oltre. Significativo il fatto che gli imprenditori del campione continuino ad avere in maggioranza aspettative positive: magari meno pronunciate che nel recente passato, ma comunque improntate alla fiducia”.
Guardando al distretto pratese, dove il settore tessile rappresenta la fetta più significativa, la produzione industriale nel 3° trimestre registra una leggera variazione negativa pari a -0,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. La tendenza era già rivolta alla riduzione: dal +3,2% del 1° trimestre si era passati nel 2° trimestre a +1,6%. Il tessile mostra una contrazione complessiva pari a -1,2%. I risultati sono tuttavia molto diversi nei vari comparti: negativi i filati, che segnano -6% e che pagano comparativamente i risultati molto buoni degli ultimi anni; viceversa i tessuti, pur con un parallelo indebolimento rispetto alla prima parte dell’anno, rimangono positivi, registrando un +1,5% dovuto essenzialmente a buone prestazioni sul fronte degli ordinativi interni. Il conto terzi tessile si colloca in una posizione intermedia con una contrazione pari a -1,5%. In calo anche abbigliamento e maglieria, che segnano un -2,6% dovuto alla diminuzione degli ordinativi sia interni che esteri: anche i risultati di questo comparto sono condizionati dalla forte crescita degli anni precedenti. Ancora positiva, ma in rallentamento, la meccanica, a quota +0,9%. Le aspettative degli imprenditori pratesi danno un saldo positivo del +8%, comunque inferiore rispetto alle previsioni espresse nei due trimestri precedenti.
“Le diversità delle tendenze moda e degli andamenti dei mercati di riferimento generano da un lato la crescita di misura dei tessuti e dall’altro i risultati non positivi dei filati per maglieria, che peraltro vengono da anni di successi spesso in controtendenza rispetto alle performance del settore nel suo complesso – commenta Cavicchi – Analogo ragionamento anche per l’abbigliamento e maglieria, settori da molti anni in fortissima crescita. Il dato della meccanica, che rimanda essenzialmente al meccanotessile e alla sua forte vocazione all’export, è la spia di un momento di attesa che investe il settore tessile anche al di là dei confini del distretto pratese”.