The Woolmark Company

Materie prime, ora scatta l'allarme rosso

Appello all’unità della filiera da parte del presidente uscente di Sistema Moda Italia Marino Vago dopo i rincari delle materie prime per il tessile-abbigliamento.

L’accelerata delle ultime settimane, con in agosto una crescita dell’indice sintetico di SMI del 35,2% in euro (+34,5% in dollari) rispetto all’agosto 2020: il cotone ha registrato un aumento tendenziale del 31,2%, toccando il picco dell’indice A a quota 103,7; ed era dal febbraio 2012 che tale indice non sfondava il valore 100.

Le lane hanno chiuso agosto a +42,0%, le fibre sintetiche (poliestere, nylon, acrilico) a +51,6%, le artificiali (viscosa) a +19,3% (in euro), mentre la seta greggia sulla piazza di Como ha sperimentato un aumento di oltre il +30,0% su base tendenziale.

Gli aumenti riguardano anche diversi prodotti chimici utilizzati nella manifattura tessile, specie nelle fasi di nobilitazione e finissaggio di filati e tessuti, dall’acido acetico glaciale (valore triplicato) all’ammoniaca soluzione 28° BÉ(+39,0%) e l’urea tecnica (+55,8%).

Gli aumenti sono dovuti alla domanda eccessiva per il periodo, dovuta alla ripartenza delle attività economiche e della richiesta dei mercati internazionali di prodotti made in Italy e le forniture base derivano da Paesi che non sono ancora tornati attivi al 100% dopo i fermi della pandemia.

“I rincari – dice Marino Vago – impattano anzitutto sul monte della filiera che in questi anni sta affrontando le maggiori difficoltà tra blocchi e aumenti che riguardano tutte le materie prime, le sostanze chimiche ed anche i servizi di logistica. Tutta la filiera deve essere compatta nell’affrontare questi problemi insieme ed i costi dovranno inevitabilmente essere spalmati su tutti gli attori dal monte al valle della nostra produzione, per la tenuta della nostra unicità di Made in Italy”.

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