Tanti spunti di “cronaca” interessanti alla fine dell’edizione cinese di Milano Unica Shanghai: numeri, date future, scelte decise per la programmazione.
Per quanto riguarda i numeri è arrivato un calo forse atteso: ad un aumento di espositori (+12%) ha fatto da contraltare la diminuzione (-10%) dei clienti, ma non la loro qualità.
“Data la situazione economica cinese – dice il presidente di Milano Unica Ercole Botto Poala – eravamo
preoccupati, ma la soddisfazione degli espositori ha fugato i dubbi”: quasi tutti gli espositori infatti hanno riscontrato qualità nei visitatori e ottimismo per gli ordini raccolti direttamente in fiera (per i commenti vi rimandiamo ad un ulteriore articolo, ndr). A Shanghai, oltre ai cinesi, si sono fatti vedere clienti da Giappone, Australia, Emirati Arabi e Stati Uniti.
“Sul calo del 10% hanno pesato due fattori. La situazione di incertezza economica in Cina, assieme al più generale rallentamento delle economie mondiali ma soprattutto il fatto che anche le industrie e i creativi cinesi, e più in generale del Far East, abbiano la necessità di anticipare significativamente l’esame delle collezioni. Un dato, per altro, confermato dagli uffici commerciali di diverse aziende che, tra agosto e settembre, avevano già visitato tutti i clienti” spiega ancora Botto Poala.
A questo punto si presenta la necessità di anticipare ulteriormente la data in Cina, che però andrebbe in conflietto con Première Vision aggiungendo un altro elemento di frizione in un calendario fieristico molto complesso.
“Il generale gradimento degli espositori per la qualità dei contatti premia anche il lavoro di selezione degli inviti, il cui elenco viene costantemente verificato e aggiornato. Milano Unica, anche in questa edizione, si conferma come strumento necessario per il presidio di un grande e complesso mercato come quello cinese” conclude Massimo Mosiello, direttore generale di Milano Unica.
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