Moda, numeri e idee: Tunisi presenta le sue eccellenze

Un’accoglienza cordiale, mani che si stringono, bandiere vicine a sottolineare la collaborazione tra due nazioni e due realtà imprenditoriali.

La moda italiana e quella tunisina si sono incontrate per una giornata di proposte, scambi di idee e offerte/richieste di lavoro. A Tunisi, nella sede dell’associazione degli esportatori tunisini, è andato in scena l’incontro organizzato dall’ufficio Cepex di Milano per promuovere una collaborazione tra brand italiani e confezionisti tunisini.

Due le aziende italiane a Tunisi: una in “carne e ossa”, la storica Pop 84 con la CEO Tania Esposito che ha rilevato il brand sette anni fa portandolo nel cuore dell’Irpinia, e una in videocall, Quarta, per un b2b franco, informale e diretto.

Tante invece le aziende tunisini produttrici di abbigliamento ed accessori sfilate nella stanza della Maison de l’exportateur: la Confection Ras Jebel, che in Italia già produce per Liu Jo e che ha partecipato a Milano a Denim PV, come Asterias International, forte sul mercato francese, che però è in calo e quindi interessata a lavorare con l’Italia, dove ha avuto come clienti Rifle.

Poi ancora il tris Sabrinco, Sabrina Confection e Christine Mode, unica proprietà e circa 400 dipendenti, una delle più grandi della Tunisia con un volume, a mercato florido, di 10.000 articoli al giorno, e DN Confection, di Sousse, con clienti, anche piuttosto noti, in Germania, Regno Unito e Francia ma ancora nessuno in Italia; una realtà da 70.000 capi confezionati in un anno.

Nessuna di queste aziende è produttrice di tessuto, che viene inviato dal cliente oppure cercato dall’azienda stessa in Turchia, Egitto, Spagna e anche Italia, quando il prodotto finale riguarda una fascia di mercato più alta o addirittura lusso.

Nel pomeriggio, a chiusura del programma, la visita ad uno stabilimento di confezione abiti del gruppo TFH (nella foto il reparto della cucitura), che comprende tre fabbriche da 550 persone in totale con una produzione annua di circa un milione e 800 mila capi: tra i capi spuntano articoli di Luisa Spagnoli, Pinko, Lee Cooper, Lacoste e Max Mara ma anche le maglie da lavoro (altro caposaldo della confezione della Tunisia) della Dogana francese.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini