Sono stati presentanti sabato i risultati della ricerca “Perimetro Reale” commissionata da Prato Futura in collaborazione con Confindustria Toscana Nord, Pin e Comune di Prato per celebrare i 40 anni dalla sua costituzione.
“Questa è Prato, siamo unici al mondo – ha commentato la sindaca Ilaria Bugetti presente alla Camera di commercio sabato – Ci credo profondamente e mi batterò fino all’ultimo perché la città abbia il giusto riconoscimento del suo valore e del contributo che dà al manifatturiero nazionale. Per questo con il Tavolo del distretto stiamo lavorando a tanti progetti che rafforzino le nostre aziende su scala internazionale”. Un lavoro, quello del Tavolo del distretto, che culminerà a giugno con la partecipazione di Prato alla prima fiera sull’economia circolare tessile di Bruxelles. Un evento che sarà preceduto a fine maggio da una due giorni ospitata al Museo del Tessuto per un confronto sulle produzioni ecosostenibili e sulle politiche europee che dovranno definire il quadro in cui muoversi.
Perimetro reale è una ricerca che ha come obiettivo l’analisi della imprenditorialità e degli orientamenti imprenditoriali del distretto tessile di Prato con particolare attenzione alla situazione economica delle aziende, alle aspettative degli Imprenditori, alle prospettive delle Imprese, al passaggio generazionale, al tema delle Associazioni, alla propensione ad aggregarsi, fondersi, acquisire o a vendere o ad altro, alla visione organizzativa del distretto, all’integrazione sociale con le altre etnie.
E’ emerso che gli imprenditori pratesi sono ancora molto affezionati al distretto (44,8%), ma non si fidano più del sistema distretto per il quale nei prossimi cinque anni prevedono un declino (47,2%), mentre sono gli imprenditori più giovani quelli pronti ad unire le forze, anche in forme di aggregazioni.
Da dicembre 2024 a marzo 2025 sono stati compilati online oltre 300 questionari da parte degli imprenditori che hanno partecipato allo studio, curato nella raccolta dati e nell’analisi statistica dal professor Mauro Maltagliati (Unifi). “Il messaggio che emerge – commenta Marco Ranaldo, presidente di Pratofutura – è che gli imprenditori non vogliono cambiare lavoro, ma vogliono cambiare il metodo di lavoro”. Il presidente Ranaldo ha spiegato come il problema principale sia la dimensione: le aziende devono crescere, perché ad oggi sono troppe e troppo piccole: “Lo slogan che ha caratterizzato gli ultimi anni del XIX secolo ‘piccolo è bello’ – ha continuato – chiede di essere aggiornato, ma non bisogna fissarsi sulle aggregazioni tra imprese, che sono la via più semplice, ci possono essere tanti altri esempi come le fusioni, le reti di impresa, le acquisizioni”.
Solo un terzo degli imprenditori ha una visione ottimistica per la propria azienda, tuttavia il 70% sostiene che bisogna stare all’interno del distretto nonostante abbia criticità. “Deve cambiare il modo di lavorare da qui a 5 anni. E per farlo – conclude Ranaldo – ci vogliono acceleratori di processo, dei ’driver’ che possono essere le associazioni di categoria, la politica. C’è bisogno di una visione di distretto unica e non frammentata”.
Tra gli ospiti della mattinata anche l’assessore regionale alle Attività Produttive Leonardo Marras: presto la Regione pubblicherà un bando da 103 milioni di euro per le piccole medie imprese, suddiviso in 63 milioni destinati a progetti di aggregazioni con almeno sei imprese e altri 40 milioni per singole aziende.
“Al punto in cui si trova Prato, dove le idee ci sono ma il distretto ha serie difficoltà – sostiene Andrea Dossi, professore dell’Università Bocconi – manca quello spazio di progettualità che riesca a dare scala alle singole iniziative. Ci vuole un progetto pilota che dimostri che è possibile stare insieme e dare scala ai progetti e la vera soluzione potrebbe ricadere nelle mani delle aziende più grandi e strutturate del distretto. Sono loro che potrebbero mettersi assieme, fare piattaforma comune di servizi per la sostenibilità anche sociale, per attrarre talenti e per la managerialità finanziaria”.