Industria tessile

Più preoccupazioni che certezze per gli industriali piemontesi

All’alba del quarto trimestre il clima di fiducia delle imprese piemontesi riflette preoccupazione per la complessa situazione geopolitica ed economica globale, come emerge dall’indagine trimestrale realizzata da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte.

Dopo il rallentamento di giugno le attese delle oltre 1.340 realtà manifatturiere e dei servizi campione dell’indagine, si confermano prudenti. Gli indicatori per produzione, ordini e redditività si attestano su valori negativi. In ulteriore calo anche le previsioni sulle esportazioni.

Ma il dato regionale è la sintesi di un andamento settoriale divergente: soffre il manifatturiero, cresce il terziario.

Aumentano le aziende che temono un aumento dei costi energetici, mentre non calano i costi attesi di materie prime e logistica.

A proposito di settori il saldo tra ottimisti e pessimisti è sono sotto la media regionale per il tessile e complessivamente sale al -1,9% (era -0,1% a giugno). Stesso trend per le attese sugli ordini, con un saldo del –5,5% in calo di quasi 4 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione. Positive invece le attese sull’occupazione.

In questo quadro Biella è in cima alla lista delle province con le attese più negative (-17,7%, solo Vercelli fa peggio col -22,2%). Nel manifatturiero, si registra un peggioramento delle aspettative rispetto a giugno, con saldi che passano da -7,7% a -9,0% per la produzione. In calo anche il bilancio sugli ordinativi che passa da -8,4% a –12,4%.

Il calo produttivo più consistente riguarda proprio il tessile-abbigliamento (-32,2%), in crisi da 18 mesi di fila.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini